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La curiosità

Vicenza, Ferrari e il segreto degli scarpini: «Abbiamo fatto un magheggio con Costa»

Più forte della scaramanzia. Franco Ferrari, ospite a Rigorosamente calcio, il programma sportivo di TvA Vicenza, ha svelato un simpatico segreto che riguarda gli scarpini neri con cui aveva sbagliato i rigori contro la Virtus Verona. «Li uso, li uso - ha detto il centravanti del Lane con un sorriso -. Non dovrei dirlo, ma la scorsa settimana con Costa abbiamo fatto un “magheggio” e sono tornati operativi».

In casa biancorossa, inevitabilmente, si guarda ai playoff. «Con chi vorrei giocare la finale? Con il Padova sarebbe dura... per loro. Mi piacerebbe affrontare il Benevento, ma non dimentichiamo il Catania». Nel frattempo, però il Vicenza deve fare i conti con i gol subiti nei minuti di recupero. «Sono episodi - spiega Ferrari - che possono capitare. Se poi prendiamo in esame le partite contro Padova, Fiorenzuola e Legnago, direi che l’unico errore vero e proprio è stato commesso con il Fiorenzuola. Con il Legnago eravamo posizionati bene. Errore di Proia? Lui è un giocatore con caratteristiche offensive, è apprezzabile che dia una mando dietro».

In ogni caso, a prescindere dai recenti pareggi, con Vecchi il Vicenza ha decisamente cambiato passo: «Abbiamo trovato la quadra, tutti quelli che entrano fanno bene. Mi piace interagire con Delle Monache e Della Morte, hanno giocate di qualità, con loro si sa cosa fare quando prendono palla. Poi ovviamente va bene anche quando gioco con un altro attaccante al mio fianco. Ciò che davvero conta è arrivare nel miglior modo possibile ai playoff, soprattutto a livello mentale».

E il futuro? Ferrari rimarrà a Vicenza? «Non lo so - risponde El Loco - quel che è certo è che sono contento di essere rimasto anche se avevo richieste dalla Serie B». L’attaccante argentino si è poi soffermato sul rapporto con Vecchi: «Il suo appoggio è stato molto importante, in modo particolare dopo i due rigori sbagliati». In merito al gol più bello, Ferrari non ha dubbi: «Quello segnato a Padova».

 

Giancarlo Tamiozzo