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Il Lane dopo Sesto

Quattro gare e 35 minuti per capire che Vicenza sarà

Nei 55' di gioco sul campo della Pro Sesto i biancorossi non hanno confermato le prestazioni precedenti e hanno subìto ancora una volta gol. La lotta per conquistare il terzo posto adesso si accende

Novara all'ultimo sangue, poi il Mantova in festa, il Trento dell'ex Baldini e l'Alessandria da ultima spiaggia. In mezzo il recupero di 35 minuti sul campo della Pro Sesto, capace di segnare un gol al Vicenza sotto il nubifragio di sabato contro un Lane vivo ma distratto e poco efficace sotto porta. All'orizzonte dunque un finale di campionato che dirà molto di come arriverà il Lane all'appuntamento con i playoff ma ci dirà anche delle condizioni mentali e fisiche degli avversari, a cominciare dal Padova e Triestina in questo girone, ma anche della Torres, Carrarese, Perugia nel girone B oppure nel girone C, Benevento, Avellino e Casertana, solo per citare le prime in classifica con un punteggio analogo a quello del Vicenza.

La serie positiva

Undici risultati utili consecutivi firmati Vecchi e 55 minuti giocati a Sesto sotto tono, sono l'eredità che i biancorossi si portano da qui in avanti con l'obiettivo di ribaltare il risultato (a data da destinarsi) in una partita dove presumibilmente il Lane darà l'assalto e la Pro Sesto metterà il pullman davanti l'area, tentando di far male con le ripartenze che una volta si chiamavano contropiedi. Ma il dato oggettivo di questo Vicenza è che nelle ultime cinque gare è che ha pareggiato tre volte (Padova, Fiorenzuola e Legnago), vinto con la Pro Patria e subìto un gol evitabilissimo a Sesto. Fatta eccezione per la trasferta di Busto Arsizio, il Lane ha sempre subìto una rete e con questi numeri la serie positiva ha un valore un po' annacquato soprattutto se si pensa alle reti prese oltre al 90'. Si rischia allora di vanificare quanto di buono era stato fatto prima di Sesto e la classifica, con il Lane al quarto posto, certifica che c'è qualcosa da sistemare.

Le parole di Rosso

Così le dichiarazioni del post partita di Stefano Rosso, «con questo campo e in queste partite serviva una squadra meno leziosa e meno bellina», ci riportano a quei difetti che avevamo già visto e raccontato all'epoca quando si scriveva e si commentava una squadra etichettata come leziosa, bellina, squadra che si specchia, commenti del tipo "serve una squadra che si rispecchi con la serie C". Il rischio dunque che i difetti e il Dna della squadra riemergano è dietro l'angolo anche se il gruppo è molto cambiato nella mentalità.Calma, gesso e soluzioniLa prestazione vista con la Pro Sesto, certamente condizionata da un campo di fango e dalla pioggia torrenziale, ha però mostrato un passo indietro rispetto alle ultime prestazioni. Era difficile giocare palla a terra, complicato mostrare il bel calcio che Vecchi ha portato nel gruppo, ma la squadra è sembrata scendere in campo con un piglio sbagliato nel giorno del "gran ritorno" della coppia Ronaldo-Ferrari. Le tre, quattro occasioni firmate Della Morte-Delle Monache infrante sul muro difensivo della Pro Sesto, i tanti errori in impostazione, sono sintomi da tenere a mente e studiare come un esame prima della laurea finale. Il Vicenza ha tutto il tempo per dimostrare che i tanti gol falliti e quel gol preso dopo due passaggi molto leggibili della Pro Sesto, sono solo una parentesi. Le prossime gare dimostreranno se davvero - come dice Vecchi - questo Vicenza vuole vincere i playoff, per farlo però bisognerà sintonizzarsi subito con un mini torneo che non ammette amnesie.

Lotta al terzo posto

La Triestina di Lescano è ripartita, poco da fare. L'Alabarda vista ad Arzignano, soprattutto nella ripresa, è l'immagine di una squadra forte e consapevole di esserlo con tanta qualità, quasi lo specchio (aldilà delle varianti tattiche) del Lane di oggi. La squadra di Bordin, con una partita in meno ha scavalcato il Vicenza in classifica, e le quattro partite che mancano suonano come delle finali per entrambe. Classificarsi terzi o quarti non è la stessa cosa. Domenica contro il Novara che lotta per non retrocedere non ci saranno attenuanti, bisognerà vincere per dare un segnale chiaro: il Vicenza non è quello visto nei 55' con la Pro Sesto.

Eugenio Marzotto