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Il dopo partita

Pro Patria-Vicenza, Vecchi: «Grazie all’arbitro ci siamo scoperti forti anche in 10 contro 11»

Le parole del tecnico biancorosso dopo la vittoria di Busto Arsizio
Pro Patria-Vicenza, mister Vecchi nel dopo partita

È uno Stefano Vecchi soddisfatto quello che si presenta nella sala stampa dello Speroni di Busto Arsizio: «Non voglio parlare dell’arbitro, perché alla fine tanto hanno ragione loro, quindi è inutile, voglio solo valutare la nostra prestazione. Nonostante 70 minuti in dieci abbiamo fatto una grande partita, loro non hanno praticamente mai tirato in porta, abbiamo creato i presupposti sulle palle inattive per essere pericolosi, qualche tiro sia da fuori che da dentro l’area, una grande prestazione. In 10 abbiamo dimostrato anche oggi di essere una squadra forte».

E poi c’è la questione-Ronaldo... «A lui non viene mai perdonato nulla: c’era un fallo su di lui, ha sbracciato, va bene l’ammonizione, è stato un gesto istintivo, come se ne vedono miliardi in campo. Ma lasciamo stare l’arbitro e ci prendiamo questa grande prestazione. Grazie all’arbitro ci siamo scoperti forti anche in 10 contro 11 e questa è una grande felicità e un’altra prova di grande convinzione nei nostri mezzi e nelle nostre qualità».

I biancorossi hanno conquistato il nono risultato utile di fila: «Abbiamo fatto venire fuori il carattere di una squadra, che in questo momento è un carattere forte. La Pro arrivava da un periodo positivo, sta facendo un girone di ritorno importante. Sono contento anche per i nostri tifosi, che hanno fatto un bel viaggio per venire qua e tornano a casa soddisfatti e credo orgogliosi di una squadra che ha vinto giocando in 10 per 70 minuti».

Vecchi ha optato per il 3-5-2: «Greco merita di giocare e nel modulo di prima era un’alternativa a Costa nei due mediani. Oggi ha dato una prova di grande forza, sono contento di averlo visto lì, ma stava già facendo molto bene da mezzala, che è il suo ruolo. E comunque voglio tenere in canna una scelta offensiva. Avere la possibilità di cambiare qualcosa durante la partita può essere utile. Stiamo parlando di mercato, ma c’è poco. Numericamente ci servirebbe un offensivo di qualsiasi tipo, perché se ci fosse stato, magari oggi avremmo continuato a giocare nel nostro modo». 

Alla fine i giocatori hanno festeggiato con la maglia di Rolfini: «Questo dimostra che è un gruppo di bravi ragazzi, di professionisti e di ragazzi che credono che si possa fare qualcosa di buono». E il futuro? «Stiamo ragionando una partita alla volta, il nostro modo di ragionare è quello di mantenere. Poi se si diventa corti in alcune cose, diventa difficile, ma abbiamo visto che anche in uno in meno abbiamo fatto una grande partita».

Maria Elena Bonacini