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Serie C

Portiere rinato e punta per caso. Il Vicenza si ritrova due jolly

Modesto può sfruttare il buon momento di Matteo Grandi e Mario Ierardi.
Rimini-Vicenza, Grandi e Ierardi i protagonisti della vittoria in Coppa Italia (Foto TROGU)
Rimini-Vicenza, Grandi e Ierardi i protagonisti della vittoria in Coppa Italia (Foto TROGU)
Rimini-Vicenza, Grandi e Ierardi i protagonisti della vittoria in Coppa Italia (Foto TROGU)
Rimini-Vicenza, Grandi e Ierardi i protagonisti della vittoria in Coppa Italia (Foto TROGU)

Potremmo definirla la serata degli "eroi per caso": il portiere che non avrebbe dovuto giocare e il difensore che si è reinventato attaccante. Matteo Grandi e Mario Ierardi sono i due volti in copertina dopo il successo di Coppa a Rimini. Solo il tempo potrà dire se questa vittoria, maturata ai rigori dopo che il Lane si era ritrovato in svantaggio a una manciata di minuti dal novantesimo, potrà rappresentare un punto di svolta, facendo scattare quell'interruttore della mentalità vincente che finora questa squadra non ha mai tenuto acceso con continuità. La prima conferma in campionato è attesa per domani alle 17.30, quando al Menti arriverà la Triestina. Il Vicenza affronterà questa sfida avendo speso tante energie fisiche e mentali, ma con la spinta emotiva di un successo ottenuto all'ultimo respiro soprattutto grazie ai suoi due "eroi per caso", che oggi si meritano la ribalta.

Chi si rivede

Dopo la mancata cessione durante il mercato estivo (in particolare un'opportunità in Grecia lasciata cadere perché non se la sentiva di imbarcarsi in un'avventura all'estero con la compagna in attesa della loro prima figlia), Matteo Grandi si era ritrovato ai margini, relegato fuori lista non appena si è ristabilito dall'infortunio estivo il nuovo acquisto Desplanches. Lo staff tecnico ha promosso Confente come nuovo titolare, mentre dirigenza e proprietà hanno puntato sull'azzurrino prelevato dal Milan come numero uno del futuro; a Grandi, portiere di riferimento del Lane sin dall'inizio dell'èra Rosso, ultimo superstite con Pasini e Zonta del gruppo trasferitosi da Bassano, non è restato che prenderne atto. La Coppa finora era stata la vetrina e la palestra concessa a Desplanches, che però a Rimini non c'era vista la contemporanea convocazione nell'Under 20. E così Grandi, che non giocava un incontro ufficiale dal 30 aprile scorso a Rimini si è ritrovato titolare per la sua 119ma presenza in biancorosso. Una gara che in un certo senso ha condensato questa sua lunga esperienza, tra momenti gloriosi (la stagione della promozione come portiere meno battuto in tutti i grandi campionati europei) e altri difficili (le frequenti critiche per qualche titubanza di troppo specialmente in uscita, la titolarità persa a intermittenza con Perina, Pizzignacco, Contini). A Rimini una gran parata su Regini, un'uscita azzardata da cui è nato il rigore per gli avversari, e alla fine la gloria di un rigore parato alla grande e un altro sfiorato verso il palo. Una partita da professionista serio e impegnato quale si è sempre dimostrato, al di là dei limiti e degli errori.

Nella lunga militanza in biancorosso, Grandi ha attraversato tanti periodi complessi legati anche al cambio di allenatore: «La squadra ha sempre lavorato bene, poi certi momenti durante il campionato non è facile gestirli: la squadra lavora e poi va in campo per vincerle tutte, poi non è mai facile», spiega con onesta semplicità. Il suo futuro da gennaio in poi potrebbe essere altrove, ma fino a quel momento Grandi darà il suo contributo al gruppo: «Tutti ci sentiamo fondamentali. Penso che adesso arriveranno anche i risultati, se prendiamo un po' più di fiducia in noi stessi - è il suo auspicio -. Questa vittoria ci dà un morale positivo per affrontare il prossimo impegno di campionato con la Triestina».

Professione bomber

Intanto Mario Ierardi, già a segno con la Virtus e poi due volte con il Rimini (il missile all'ultimo secondo da lontano e il perfetto rigore nella serie decisiva) ha coronato il suo sogno da bambino: vivere una vita da bomber, almeno per quattro giorni. «Ho sempre sognato di fare l'attaccante - sorride -. L'importante era passare il turno e dare continuità alle vittorie che portano entusiasmo, ti fanno lavorare meglio, ti danno grande fiducia anche nelle giocate. Adesso con la Triestina dobbiamo dare continuità perché ci permetterebbe di uscire da un tunnel di risultati altalenanti, anche per dare un segnale di svolta».

Francesco Guiotto