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L'intervista

Oddo: «A un passo dal Vicenza ma rifiutai. Vecchi sa dare identità e ai giocatori insegna a vivere»

Massimo Oddo
Massimo Oddo
Massimo Oddo
Massimo Oddo

Massimo Oddo non dà risposte di comodo come spesso avviene nel mondo calcio, persona schietta dice ciò che pensa, così parlando dell'ex compagno Vecchi racconta: «Arrivai al Fiorenzuola nella stagione 95/96 avevo 19 anni lui 24, era il regista davanti alla difesa, il nostro cervello, però non velocissimo... Stefano è bravo gli auguro il meglio, ha una precisa identità di gioco e la applica, mi piace, io ho la sua stessa filosofia».

Che persona è mister Vecchi?
Siamo amici, già allora era di poche parole, ma quando parlava diceva sempre le cose giuste. Per un giovane trovare compagni come lui è fondamentale, ai miei tempi la qualità era maggiore a partire dalla serie A, però senza guida tecnica e tattica non cresci, gente come Stefano ti insegnano anche a vivere che non è di certo meno importante.

È stato ad un passo dall'allenare il Vicenza, giusto?
Sì, ebbi due incontri... poi arrivò Brocchi, ma fui il primo ad essere contattato. Perché non venni? Non ero convinto, la situazione era complicata, la verità? La rosa non mi convinceva, non mi pareva adeguata a raggiungere la salvezza, se ha dubbi già l'allenatore meglio lasciar perdere.

Che idea si è fatto di questo Vicenza partito tra i favori del pronostico e poi insabbiatosi?
Mi ha stupito, doveva stare tra le prime tre che a mio parere dovevano essere, oltre al Vicenza, il Padova e la Triestina ma la serie C è strana, non è detto che la squadra più forte vinca.

Di certo il Vicenza con Vecchi è in netta ripresa.
Sta facendo bene, ha cambiato qualcosa dal punto di vista tattico e ha mutato pure l'impatto emotivo, oggi il Vicenza è più vicino alla sua vera forza, ma questo non vuol dire che prima tutte le colpe erano di Diana.

Vecchi ha detto: la rosa sfoltita a gennaio mi facilita il lavoro.
Vero, si allena meglio perché puoi far partecipare tutti, se ne hai 27/28 come fai? Di solito provi 10 contro 10 e gli altri? Ovvio che si creano malumori, ma la cosa più importante, al di là del numero, è che i giocatori che hai a disposizione stiano bene, io a Padova quando nel 2022 sono arrivato alla finale dei playoff purtroppo avevo sempre 4/5 elementi che avevano qualche acciacco, la rosa era vecchiotta e a lungo andare questo ha pesato parecchio.

Adesso il Vicenza si giocherà tutto ai playoff...
Li conosco bene, si riazzera tutto, il segreto è arrivarci bene fisicamente, il mio Padova ci arrivò scarico e poi non si poteva sbagliare, un errore ed eri fuori. Per ora il Vicenza deve pensare a raggiungere la miglior posizione possibile sapendo che troverà squadre fortissime pure da altri gironi come la Juve Stabia se non arriverà prima, il Benevento, il Catania se vincerà la Coppa Italia.

Un giocatore del Vicenza che le piace particolarmente?
Ne ha tanti di bravi ma io prediligo quelli che creano superiorità numerica, estrosi, nel calcio moderno sono essenziali, quindi dico Della Morte.

Lo stadio Menti è tornato a farsi sentire
Ha un peso fondamentale e Stefano lo sa, giocarci non è semplice. Quando ci venni col Pescara nel 2015 per i playoff per andare in serie A sapevo che Marino era bravo ed aveva una squadra forte, ma su tutto, mi creda, temevo lo stadio con il suo tifo perché quando decide di spingere, spinge davvero! Finì 2-2 ma che fatica e pure che grande orgoglio passare il turno.

Alberta Mantovani