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Serie C

L'inno del Lanerossi nacque da una trasferta

Franco Barbieri, tornando in treno da Genova sentì dei tifosi lamentarsi per la mancanza di un inno ufficiale

Nel 1976 Franco Barbieri da Thiene, meccanico e musicista per passione, in una calda giornata di agosto tornando da una trasferta calcistica a Genova cominciò a comporre un testo che di lì a poco sarebbe divenuto l'inno del Lanerossi Vicenza. Nella sua casa thienese ci ha raccontato della sua gioventù passata tra la Svizzera e la Germania del suo ritorno in Italia, della passione per la musica e della nascita dell'Inno biancorosso.

I ricordi di Barbieri

«Sono nato il 16 dicembre del 1933 e ho festeggiato da poco i novant'anni. Già da bambino lavoravo nella barberia che aveva mio padre a Thiene, mi ricordo che all'epoca mi mettevo in piedi su uno sgabello e facevo barba e capelli.

Com'era la città all'epoca?
Ricordo la seconda guerra mondiale e i soldati tedeschi, c'era miseria per le strade dopo la fine del conflitto e io decisi di emigrare in Svizzera in cerca di lavoro.

Quanto rimase in Svizzera?
Ci restati dieci anni. Lì conobbi anche la mia futura moglie, italiana anche lei, di Santarcangelo di Romagna in provincia di Rimini. Ci sposammo in Italia; per andare al matrimonio in Emilia Romagna, scesi in moto dalla Svizzera.

E poi tornò in Italia?
Sì, negli anni settanta tornai in patria. In Svizzera lavoravo in una fabbrica meccanica, tornai a Thiene mio luogo d'origine e intrapresi la professione di meccanico in una fabbrica di Marano Vicentino. Lei suonava già?Sì, suonavo il liscio nelle feste delle sagre della provincia. E quando veniva qualche ospite straniero in visita alla fabbrica di Marano, mi esibivo anche lì.

Ci racconta della sua passione per il Lanerossi e dell'inno?
Sono sempre stato tifoso del Vicenza - e negli anni Settanta ero iscritto al club biancorosso di Thiene. A metà anni Settanta il Lanerossi Vicenza era impegnato in una trasferta a Genova per una gara di Coppa Italia contro la Sampdoria. Io mi unii al treno speciale, era il mese di agosto del 1976. Quando mi muovevo per le trasferte mi portavo dietro sempre la chitarra. Durante il viaggio sentivo i tifosi che dicevano tra loro: "noi non abbiamo un inno, c'è solo Forza Vicenza, Alè Vicenza, ma un inno vero e proprio non c'è".

Allora le è venuta l'ispirazione?
Ci ho riflettuto al volo e mi sono detto: ora lo scrivo io. Utilizzando come ritmo il rumore dei carrelli del vagone sulle rotaie, prima ho composto la musica e poi ho aggiunto le parole, che mi sono venute in automatico senza tanto pensarci: "la squadra biancorossa con tutti i suoi tifosi, son tutti brava gente son molto numerosi, la seguono in trasferta ovunque essa va ...". Per farla breve alla fine della trasferta la canzone era già pronta.Com'è stata accolta?Una volta tornato a Thiene ho parlato col presidente del centro di coordinamento Dino Centofante, che era presidente anche del club di Thiene: gli ho cantato la canzone, lui ne è rimasto entusiasta e mi ha chiesto di inciderla. Si è riunito con altri quattro membri del club, che hanno messo a disposizione un budget di 200 mila lire a testa. Con una band di Vicenza, i Calabroni, siamo andati a Legnago, in provincia di Verona, in una sala di registrazione per incidere il pezzo.

Ed è piaciuto?
Dico solo che al primo colpo abbiamo stampato 3.000 dischi in vinile, che hanno avuto un successo enorme. Il disco è arrivato anche in Africa portato dai missionari e io l'ho cantato alle cene sociali dei club, in altre feste e in televisione. Una volta con chitarra in spalla l'ho suonato prima di una partita allo stadio Menti, all'interno del gabbia dello speaker: è stato emozionante sentire tutti e 30 mila gli spettatori cantare l'inno. Anche nel 2022 mi sono esibito alla festa dei tifosi dei distinti. Il disco è stato ristampato più volte e negli anni Ottanta veniva regalato con l'abbonamento.

Lei è contento che ogni domenica i tifosi cantino questa canzone?
Sono convinto che questo fatto abbia un certo valore, tra noi tifosi del Lane la sanno anche i bambini di due anni. Sono contento di vedere il video anche su Youtube. E tutte le volte che la ascolto mi sento orgoglioso di esserne l'autore.

Alessandro Lancellotti