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L'intervista

Semuel Pizzignacco: «Tornare? In futuro vedremo... Il Lane mi ha dato tanto»

Il portiere della Feralpisalò promossa in serie B: «Quando lasciai Vicenza mi scese una lacrima. Il club biancorosso ha un diritto di recompra»
Stagione straordinaria per Semuel Pizzignacco alla Feralpisalò
Stagione straordinaria per Semuel Pizzignacco alla Feralpisalò
Stagione straordinaria per Semuel Pizzignacco alla Feralpisalò
Stagione straordinaria per Semuel Pizzignacco alla Feralpisalò

FeralPizzignacco. Quando la società di Salò e il giovane portiere si sono stretti la mano, ha preso forma il sogno chiamato serie B. Un risultato storico per i ragazzi di Vecchi. Un sogno che si è avverato per i "leoni del Garda" ma anche per Semuel, che era andato via da Vicenza «tra le lacrime», ma ha saputo sfruttare una stagione perfetta, quel del riscatto. E adesso Semuel Pizzignacco, 21 anni di Monfalcone, 37 presenze in campionato, 22 partite senza subìre gol, si gode il momento, sperando di tagliare nuovi traguardi. L'estremo difensore, decisivo tutto l'anno con le sue parate si racconta in quest'intervista, facendo anche luce sul contratto che lo lega alla Feralpi e sul diritto che vanta il Vicenza.

Pizzignacco, una stagione favolosa con l'epilogo migliore possibile.
Siamo felicissimi. È stato un miracolo, un'impresa per la quale abbiamo tutti lavorato sodo. È un traguardo che ci rende molto orgogliosi.

Ma subito l'avrebbe detto che la Feralpi avrebbe vinto il campionato?
Eravamo magari partiti con un obiettivo diverso. Volevamo realizzare qualcosa di grande, ma certamente la promozione diretta era un po' inaspettata. A distanza di giorni, c'è la sensazione di aver fatto qualcosa di enorme.

Per la Feralpisalò andare in B è un traguardo storico. Per lei cosa rappresenta?
Per me è una grande rivincita personale. A Vicenza avevo già vissuto qualcosa di importante, ero felice, mi sentivo cresciuto e pronto per ottenere delle soddisfazioni. Poi per svariati motivi le cose non sono andate come volevo e volevamo.

C'è chi la rimpiange e chi pensa sia stato un errore addossarle tante responsabilità.
Le colpe non sono mai solo di una persona. Io mi prendo le mie responsabilità perché sicuramente non sono stato impeccabile. Diciamo che è andata così e quando è stato il momento di lasciare Vicenza, mi è scesa la lacrima. Mi dispiaceva lasciare la maglia e la città che mi avevano permesso di debuttare in serie B e di compiere un percorso di maturazione importante. Però a Salò mi si è presentata una bella opportunità e l'ho colta con entusiasmo. E dopo è andata come tutti avete visto.

Ma ora come stanno le cose, da un punto di vista contrattuale?
Il Vicenza mi ha ceduto alla Feralpisalò a titolo definitivo, fino al 30 giugno 2025, con diritto di recompra.

Dunque potrebbe anche fare ritorno a Vicenza?
Potrei, se le società trovassero un accordo economico. Poi ovviamente vale anche la volontà del giocatore. Per ora sono concentrato a parare per la Feralpi, con cui mi trovo benissimo. Il futuro si vedrà, di sicuro ho un bel ricordo di Vicenza.

Come vede i biancorossi ai playoff?
Ci sono più squadre favorite. È un altro campionato, difficile fare dei pronostici. Non c'è solo il Vicenza comunque per me. In fondo arriverà chi sta meglio fisicamente, perché i playoff vanno avanti tanto.

La sua parata più bella quest'anno?
Quella su Burrai contro il Pordenone.

Quella decisiva?
Su Jelenic del Padova.

A Vicenza, nell'ultima parte, si sono alternati Confente e Iacobucci. Lei è per l'alternanza?
Il ruolo del portiere è soprattutto mentale. Restare in panchina fa male, l'ho provato anch'io. Ma, viceversa, è fondamentale per un estremo difensore contare sulla stabilità e quindi giocare sempre perché questo ti dà sicurezza.

Il Vicenza ha avuto l'attacco, la Feralpi la difesa.
In questi anni mi hanno insegnato che non prendere gol è fondamentale nell'economia di una partita e di un campionato.

Marta Benedetti