Che sbiancata. Il Padova sin lì unica formazione professionistica italiana imbattuta e miglior difesa del torneo presa fragorosamente a pallate dal Mantova capolista che ha passeggiato sulle macerie biancoscudate gelando 0-5 l'Euganeo. Il big match ha raccontato fondamentalmente due cose: il Mantova è una straordinaria realtà, ma quale meteora come berciavano i più. E lo è poiché Davide Possanzini in panchina ha modellato un favoloso impianto di gioco con un football a tratti stordente per efficacia, velocità e possesso palla. Un calcio moderno che comincia con una mirabile costruzione dal basso che non è tre passaggi in orizzontale salvo poi arenarsi sulla prima linea di pressing avversaria e piantarsi davanti alla propria area di rigore tra mille pericoli. Il Mantova applica una manovra funzionale e pulita che con palleggio rapido ed elegante ti porta sottorete.
Secondo aspetto, nonostante questo tracollo interno Padova e Triestina restano tuttora in corsa per la B diretta. Certo, aggrappate entrambe a un filo sottile perché a -7 e a -8 tira un aria freddissima e alla prossima folata di vento contraria la corsa finisce.
L'altra sera, inoltre, passato quasi sotto silenzio dalla goleada mantovana, la Pro Vercelli le ha suonate per benino al Lumezzane, stecchito 0-3 fra la sua gente. Una poderosa scorribanda che ha consolidato un bel po' il quarto posto dei piemontesi che sono schizzati a +5 dal Lane, ribadendo che neppure loro sono lì per caso e che i biancorossi dovranno sudare parecchio per agganciare la scudettata Pro nella quarta piazza dei sogni ribaltando magari anche il ko dell'andata. Si dice che il girone di ritorno sia un'altra storia. Per Mantova e Pro Vercelli però non è cambiato nulla.