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Il personaggio

Il cappellano biancorosso: «I giocatori del Vicenza? Uomini come tutti»

Don Federico Fabris racconta lo spogliatoio del Lane
Don Federico Fabris tifoso e cappellano del Lane
Don Federico Fabris tifoso e cappellano del Lane
Don Federico Fabris tifoso e cappellano del Lane
Don Federico Fabris tifoso e cappellano del Lane

Don Federico Fabris classe 1982 originario di Roana è collaboratore nell'unità Pastorale di Piovene Rocchette e dal 2021 è il cappellano del L.R Vicenza.

Quando nasce la sua passione per il Vicenza?
Ero alle scuole medie al Seminario di Tencarola (Pd), da bambino sentivo parlare solo di Milan, Inter e Juventus. Durante il periodo delle medie era difficile trovare il tempo per vedere le partite, si tornava a casa il sabato e la domenica, ma tutto cambiò quando feci la patente perché potevo spostarmi più facilmente e allora ho cominciato a seguire con più frequenza le partite.

In che settori dello stadio andava?
All'inizio in curva sud con qualche amico poi mi sono spostato nei distinti e da quando ho cominciato a collaborare con la squadra vado in tribuna. Prima dell'inizio della partita vado sempre a salutare i giocatori e i membri dello staff.

Che rapporto ha con i calciatori?
Dipende da calciatore a calciatore; i momenti che io sfrutto per andare a trovarli sono l'allenamento oppure durante qualche partita ma in quel caso gli spazi sono contenuti. Se qualcuno poi ha bisogno di una parola in più sanno che possono chiamarmi.

Com'è il rapporto dei calciatori con la fede?
Penso sia una cosa molto personale nel senso che non c'è stato mai nessuno che si sia esplicitamente espresso. Una cosa che vedo che fa molto piacere è quando c'è un calciatore che ha la moglie in attesa di un figlio, è bello domandare come va la gravidanza perché c'è questa grande gioia e diventa gioia anche per me, fa piacere vedere questi ragazzi contenti. Dietro c'è un discorso di famiglia che mi ricorda che sei un calciatore ma prima sei un uomo come tutti.

Vi sono ricordi particolari legati a qualche calciatore?
Lo scorso anno ospitai tre persone Ucraine in canonica sempre a Mure di Colceresa e lo dissi a Nikita Contini che per parte di madre è ucraino. Lui mi disse "se hai bisogno di qualcosa dimmi". L'ho invitato e una sera, era il venerdì santo, è venuto e ha portato tantissimi doni soprattutto generi alimentari ed è stato come se fossimo amici da una vita.
Sono solito dallo scorso anno mandare un messaggio d'incoraggiamento prima della partita al mister o allo staff, una benedizione per cercare di fare il massimo, mi sembra uno dei gesti più giusti.

In trasferta va?
Sono stato a Torino all'Alianz Stadium per la finale d'andata di coppa Italia contro la Juventus.

Lei è anche calciatore?
Si faccio parte della Selecao dei preti Italiani. Gioco come attaccante e  grazie alla mia altezza sono forte nel gioco aereo. La squadra è nata nella stagione 2004-05 e ha fatto più di 400 partite a livello di solidarietà. Da un paio d’ anni di norma dovremmo trovarci una volta al mese e il punto della sede vorremmo fosse Assisi ma il nostro mister risiede a Follonica, in provincia di Grosseto, e ci troviamo lì. Nella squadra giocano preti, parroci diocesani, diaconi e seminaristi.

Conosce altri cappellani di squadre di calcio?  
Sì  ho stretto amicizia con il cappellano del Perugia un anno e mezzo fa. Lui era in contatto con i famigliari di Paolo Rossi, il fatto che io mi sia avvicinato alla squadra del Vicenza è stato grazie a Federica Cappelletti  e andando a fare un giro a Perugia ho conosciuto Don Mauro,

Alessandro Lancellotti