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Club biancorosso Altavilla

Ha una lunga storia alle spalle il club biancorosso Altavilla, rinato nell’estate del 2020 dopo una dozzina di anni di pausa.

Ha una lunga storia alle spalle il club biancorosso Altavilla, rinato nell’estate del 2020 dopo una dozzina di anni di pausa, ma tra i primi sodalizi a sorgere in provincia negli anni Sessanta assieme al club di Thiene. Lo presiede dalla rifondazione Manuel Sanson, affiancato dal vice Giovanni Satto (ex-presidente e tessera numero 1), dal segretario Nicola Gonzato e dai componenti del consiglio direttivo Mauro Negri, Marco Feltre, Gianpaolo Concato, Gianfranco Bregalda e Stefano Golin.

Club biancorosso Altavilla
Club biancorosso Altavilla

«Abbiamo più o meno 110 soci, di cui 70 abbonati al Lane sparsi allo stadio tra distinti (Quadrato e non solo), curva sud e tribuna. Il nostro punto di ritrovo è il bar In, ex Acli, il più vecchio locale di Altavilla, dove facciamo le riunioni e seguiamo assieme le partite in trasferta, mentre le feste le teniamo nella sede del gruppo alpini di fianco al polisportivo. In particolare ne abbiamo organizzate due per i compleanni, la seconda in settembre con 150 partecipanti. Il 13 dicembre faremo la prima cena sociale del club dopo la rinascita al ristorante ‘Dai Gelosi’ a Quinto Vicentino. Abbiamo anche in cantiere una raccolta fondi per aiutare qualche compaesano in difficoltà».

Come vivete questa fase delicata della storia biancorossa? «Abbiamo perso della gente per strada, però dall’altro lato abbiamo avuto anche un ricambio, con tanti nuovi iscritti che hanno abbassato l’età media dei soci: ragazzi giovani, figli di ex-tesserati, bambini ed anche una decina di donne. Questo lascia ben sperare per il futuro, al di là del rendimento della squadra. Le nuove generazioni hanno vissuto solo la cavalcata con Marino dopo il ripescaggio e la promozione in B con Di Carlo nella stagione conclusa anticipatamente a fine febbraio per lo scoppio della pandemia. Il campionato è lungo, speriamo che il cambio dirigenziale con il ritorno di Sagramola e quello tecnico con Modesto al posto di Baldini portino risultati. Ormai a Vicenza si vive solo confidando in un futuro migliore…».

Andrea Lazzari