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La storia

Bisson, 41 anni a fianco del Vicenza: «Il ventennio in A il periodo più bello»

Ottorino saluta il club di Noventa dopo aver attraversato la storia biancorossa. «Lasciamo lavorare mister Diana»
Una vita per il Lane: Ottavio Bisson riceve il premio dal dg del Vicenza dell'epoca Sergio Gasparin
Una vita per il Lane: Ottavio Bisson riceve il premio dal dg del Vicenza dell'epoca Sergio Gasparin
Una vita per il Lane: Ottavio Bisson riceve il premio dal dg del Vicenza dell'epoca Sergio Gasparin
Una vita per il Lane: Ottavio Bisson riceve il premio dal dg del Vicenza dell'epoca Sergio Gasparin

Una vita al fianco del Lane. Ottorino Bisson, classe 1969, ha ricoperto per 41 anni, fino a pochi mesi fa, la carica di presidente del club di Noventa Vicentina, ma i suoi ricordi iniziano ben prima.«Il mio primo flash risale agli anni cinquanta, quando militavo ancora nel settore giovanile e mi recai a Vicenza in bicicletta con un mio amico per assistere ad un Lanerossi- Lazio terminato 1-1 con reti di Manente e Burini il 17 febbraio 1957, ma quel momento non ho più perso quasi una partita. Finché il 21 giugno, dopo un'inutile vittoria per 4-1 contro il Catania che non fu sufficiente per evitare la retrocessione in serie C ci fu la svolta.

La svolta, poi quattro decenni in carica 

«Al ritorno in pullman c'era quasi tutto il direttivo: quando ci fermammo al bar tutti confessarono che volevano uscire dal consiglio. Allora io dissi che ci sarebbe stato sempre un 'bauco' disposto a fare il presidente e che sarei stato io. Venni eletto quasi a voce e stappai anche una bottiglia, nonostante la retrocessione. Sono rimasto in carica per oltre quattro decenni, mi ricordo quando dopo il 4-3 contro la Lazio il 9 marzo 1986 con il gol della vittoria di Montani uscimmo dall'Olimpico ed il nostro pullman venne scortato dalla polizia.

Ricordi indelebili

Non dimenticherò mai nemmeno la sfida di Ferrara con il Prato del 7 giugno 1990 per evitare la C2 e, soprattutto, lo spareggio di Firenze contro il Piacenza del 16 giugno 1985, quando riempimmo tre corriere con i nostri soci». Non ha dubbi sul Vicenza più bello: «Quello dei vent'anni consecutivi in serie A. C'erano tante bandiere, Vinicio, Volpato, Savoini, Menti, Campana, ma si trattava soprattutto di un gruppo compatto che si era formato dopo la vittoria del torneo di Viareggio. Guardavamo le partite seduti in due su ogni scalino della terza fila nei distinti... Oggi non sono più in condizione di recarmi da solo al Menti, ma ho visto quasi tutte le partite dell'ultima stagione accompagnato dagli amici, compresa la finale di Coppa Italia con la Juventus Next Gen.

Si riparte

E adesso un nuovo campionato con Diana e Matteassi: «Bisogna vedere se avranno carta bianca sul budget. Abbiamo preso uno dei migliori allenatori della categoria, una persona che merita fiducia. L'importante è che la società lo lasci libero nelle sue scelte».

Andrea Lazzari