«Ci vuole tempo per costruire una squadra. E un anno potrebbe anche essere poco. Continuiamo a giocare per vincere il campionato». L'amministratore delegato e direttore generale del Vicenza, Rinaldo Sagramola, è stato l'ospite di spicco della puntata È solo calcio condotta ieri dal vicecaposervizio del Giornale di Vicenza, Nicola Gobbo. Hanno dialogato con Eugenio Marzotto, caposervizio dello sport del GdV, il difensore dell'Arzignano Fabio Cariolato e il leader delle Prime Uve, rappresentante della Curva Sud biancorossa, Federico Pesavento. Non è potuto intervenire Pasquale Luiso, bloccato da un imprevisto. «Andare ai playoff non sarebbe una sconfitta. Questo Vicenza ha dei difetti caratteriali, ma ha le qualità tecniche per vincere il campionato - le parole di Sagramola -. La maglia del Vicenza è pesante, ma questa non sia una scusa; purtroppo la squadra dimostra di avere una scarsa capacità di mantenere la concentrazione. Prendiamo gol su disattenzioni banali e i cali di concentrazione ci costano. Il ko col Sangiuliano è stato uno shock per tutto l'ambiente, la proprietà ha vissuto sorprendentemente male la sconfitta, non mi aspettavo un coinvolgimento così forte. Purtroppo - il concetto cardine di Sagramola - ci vuole tempo per costruire una squadra. Non è la norma vincere subito il campionato di serie C. Il Vicenza quest'anno è stato capace più volte di risorgere, significa che qualcosa che arde dentro c'è». Il Vicenza - ha chiesto Marzotto - si attiverà nel mercato degli svincolati, come ha fatto la FeralpiSalò prendendo Marco Sau? «No - la risposta dell'ad biancorosso -, non interverremo. Scarsella e Cavion dovrebbero avercene ancora per una o due settimane, per noi loro sono due acquisti importanti». Sagramola riferisce anche della visita del patron Renzo Rosso alla squadra domenica mattina. «Ha incitato i ragazzi a non demordere ed essere uniti e solidali l'uno con l'altro. È stato un messaggio incisivo». E il tifo? Proprio sabato la Curva era tornata a cantare sostenendo a gran voce il Vicenza, dopo lo sciopero che era stato un modo per scuotere i giocatori a tirar fuori gli attributi. «Noi siamo Vicenza, è bello girare gli stadi di tutt'Italia, ma abbiamo bisogno dei risultati - ha affermato Pesavento -. Bisogna convincere un ragazzino del 2002 a sacrificare il suo tempo e farsi 18 ore di viaggio, come accaduto per i playout della passata stagione. Questa squadra è immatura, come tifoseria le abbiamo provate tutte, dopo aver visto il Vicenza perdere 1-3 in casa col Sangiuliano è crollato tutto. A Torino ci saremo, ovviamente. In 38' abbiamo fatto fuori 1000 biglietti». «Da nessuna parte ho trovato lo stesso attaccamento che si tramanda di padre in figlio» - ha detto Sagramola riguardo il tifo biancorosso. «Non solo la tifoseria di Vicenza, anche la proprietà merita altri palcoscenici, ma ci vuole il tempo della costruzione. Un giocatore che fa bene da un'altra parte, non è detto che faccia bene qui. Rosso e un eventuale addio? L'auspicio, anche da tifoso, è che non ci sia mai una riconsiderazione dell'impegno perché sarebbe un guaio grande per tutti». La sconfitta col Lecco non sminuisce lo straordinario cammino dell'Arzignano. «Pensiamo a salvarci, c'è ancora strada da fare - ha detto Cariolato, che ha giocato nelle giovanili biancorosse -. Il Lecco è una squadra compatta e fastidiosa, mica facile per nessuno giocare là. Mi sto trovando bene con Bianchini, cura bene la fase difensiva e in generale lavora in un modo che mi piace. Il Vicenza? Qualitativamente è la più forte del torneo e può ancora lottare per il primo posto, ma deve trovare continuità»