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Quindicesima puntata

È solo calcio con Colella, Salomoni e Matteassi. Il ds: «Ditemi pazzo, ma alla serie B credo ancora». Rivedi la puntata

Ospiti dell'approfondimento del GdV il direttore sportivo del Vicenza, l'ex allenatore biancorosso e il presidente del Centro di coordinamento dei club
E' solo calcio puntata del 07/12/23

«Ditemi che sono un pazzo, ma alla serie B credo ancora. E ci crediamo tutti». E poi: «Una squadra di uomini c'è». Il mercato si avvicina: «Qualcosa faremo, abbiamo le idee chiare, ma mancano tre partite e quella di oggi è importante, i ragazzi la affronteranno con determinazione». Sono tutte dichiarazioni del direttore sportivo del Vicenza, Luca Matteassi, che è intervenuto ieri, 7 dicembre, a È solo calcio, puntata come sempre condotta da Nicola Gobbo.

Tra gli ospiti anche l'ex allenatore del Lane, Giovanni Colella, il presidente del Centro di coordinamento dei club biancorossi, Maurizio Salomoni, il caposervizio dello sport del Giornale di Vicenza, Eugenio Marzotto.

Matteassi ha commentato così il messaggio della Curva "Mantova ultima chiamata". «Capiamo i tifosi, ma i primi ad essere arrabbiati siamo noi. Pensiamo tuttora di aver costruito una squadra importante ma i numeri non sono dalla nostra parte. È difficile rimontare 12 punti, ma i ragazzi si allenano benissimo e nel calcio è un attimo svoltare. Se poi vai a 15 punti dalla prima diventa impossibile. Pensiamo a giocare un'ottima gara col Mantova».

Lo scudetto cucito sul petto dopo il titolo vinto in Albania con il Partizani Tirana, la solita schiettezza. Rieccolo Colella. «La chiave è la serenità. Un giocatore che non è sereno non fa del suo meglio. Se inizi a mettere in discussione tutto, poi paga l'allenatore. La società fa bene a sostenere Diana che è un ottimo allenatore, il migliore della categoria. Io non ho trovato difficile allenare a Vicenza. In altre piazze mi è stato più complicato. Solo se spieghi, la gente impara. Il calcio non è un interruttore. Eravamo nella stessa posizione quell'anno, il primo a Vicenza della famiglia Rosso. Avevamo gli stessi punti però la squadra non era questa. Avremmo fatto dei buoni playoff credo, ma sono state fatte scelte diverse».

Il messaggio del "capo" dei tifosi biancorossi: «Faccio fatica a capire cosa serva a questo Vicenza per stare là davanti. La classifica ci dice per ora che neanche quest'anno siamo riusciti ad avere una squadra competitiva. Lo striscione della Curva? Vuole essere uno stimolo per i giocatori».

Marzotto ha domandato a Matteassi cosa sia mancato finora. «La continuità, senz'altro. Siamo molto più forti di Fiorenzuola e Legnago, con tutto il rispetto, poi è andata com'è andata. A Novara l'atteggiamento è stato giusto, poi abbiamo preso due gol. Il primo tempo doveva chiudersi sul 3-0 per noi. La stagione non è finita e cercheremo di arrivare primi. Cataldi e Pasini? Sono ancora indietro».

Che clima ci sarà oggi al Menti? «La passione e l'amore ci sono - la risposta di Salomoni -, al tifoso basta poco per animarsi. Ma abbiamo bisogno di un cambiamento e anche in tempi molto rapidi. E poi non dobbiamo perdere di vista anche i minimi traguardi come i piazzamenti per i playoff».

Il dubbio che aleggia da tempo tra i tifosi e gli addetti ai lavori è che il Vicenza non sia ancora diventato squadra. «A volte ci sono alchimie che si creano in 2 minuti, altre volte in un anno, non c'è un dato preciso. Il calcio non è un interruttore e non ha tempi precisi. Cambiare spesso i giocatori? Usare una rosa in modo importante e costante significa coinvolgere tutti i giocatori e salvaguardarli, condivido la strada di Diana».

Colella non ha dimenticato Stefano Giacomelli, l'ex capitano del Lane che oggi tornerà al Menti da avversario. «Con lui ho sempre avuto un buon rapporto. Ragazzo umile, si è sempre messo a disposizione». E riguardo alla sua carriera: «Spero di restare all'estero, il calcio italiano vive di stupidate».

 

Marta Benedetti