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La storia

Il Covid, poi la malattia: ma adesso Luca è ritornato

Gelli, classe 1987, gioca per gli amatori del Lakota: nel 2021 gli era stato diagnosticato un linfoma al polmone.
Luca Gelli dopo circa un anno di cure è tornato in campo
Luca Gelli dopo circa un anno di cure è tornato in campo
Luca Gelli dopo circa un anno di cure è tornato in campo
Luca Gelli dopo circa un anno di cure è tornato in campo

Un nuovo esordio, per rinascere e ricominciare a vivere. Ci insegna questo la storia di Luca Gelli, giocatore attualmente in forza nel campionato Amatori Aics e portacolori del Lakota. Il suo percorso, calcistico e di vita, è stato scandito da tanti esordi dove, a fare da filo conduttore, c'è stato sempre il calcio. Uno sport? Tanto di più. Una medicina per la sua partita più difficile.

Una vita sui campi da calcio

La sua storia inizia come quella di tanti giovani innamorati del pallone. Classe '87, Luca Gelli muove i primi passi nel Pianezze, la squadra del suo paese, per trasferirsi poi a Bassano dove, fino alla Beretti, segue il percorso delle giovanili. Poi la lunga esperienza di Sarcedo indossando il rossonero per 12 anni tra Promozione, Eccellenza e Prima categoria. L'anno precedente alla pandemia di Covid si trasferisce a Lugo, in Seconda, e poi lo stop. Nella stagione 20/21, spinto da molti amici, saluta il calcio di categoria e si unisce al gruppo del Lakota in Aics.

Dopo la pandemia il linfoma

Questo per Luca, centrocampista e all'occorrenza difensore centrale, doveva essere l'esordio di un nuovo capitolo sportivo che, però, quell'anno non ha potuto scrivere perché il Covid ha fermato i campionati. «L'anno successivo non sono partito io perché mi hanno diagnosticato un linfoma ad un polmone con ricovero immediato per la partenza del ciclo di cure». «All'inizio - racconta - ti crolla il mondo addosso e perdi tutte le certezze. A fine agosto avevo partecipato ad una corsa di 16 km e non avevo avvertito nessun tipo di problema ma due settimane dopo non riuscivo a respirare facendo le scale. Dopo una fase iniziale traumatica, grazie alla famiglia e agli amici ho cambiato il modo di vivere questa partita. Non è una cosa che naturalmente avevo scelto io. In che modo la affronto? Mi sono chiesto. Ho scoperto così una forza che non credevo di avere, fisica ma soprattutto mentale. È stata quella alla fine l'arma, la medicina credo per un 60%. Insieme alla medicina stessa e al lavoro di medici e infermieri, professionisti validi e preparati e persone di indescrivibile umanità». Dopo il Covid, un secondo stop forzato per Luca che, da settembre 2021, lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per un ulteriore anno. «Ho cercato di vederla come una sfida e, abituato alle partite, ho detto al mostro giochiamo. Ho deciso perciò - prosegue - di non viverla come una sofferenza. E in questo il calcio ha rappresentato una medicina forte. Inteso non solo come sport, ma come squadra, gruppo di amici e compagni. È stato per me uno stimolo, uno dei miei obiettivi: fin dal primo giorno di ricovero mi ero prefissato di tornare in campo».

Il ritorno in campo

E così è stato. Dopo circa un anno di cure, a settembre 2022 Luca Gelli è tornato a indossare la sua maglia ed è sceso in campo. Eccolo, un altro esordio, questa volta per chiudere un cerchio. «Avevo seguito sempre la squadra come dirigente e tutti hanno lottato per il mio rientro da giocatore. Alla seconda gara della stagione, la prima in casa, ho segnato un gol. Era la stessa settimana in cui l'anno prima ero partito con il primo ciclo di cure. Credo nelle coincidenze e per questo mi è sembrata la chiusura di un cerchio. Il mio primo gol, la rinascita in tutti i sensi». Non c'è una spiegazione alla sofferenza ma sono queste le sfide che cambiano il punto di vista della vita. «Ho avuto tanto dolore, ma anche una lezione di vita. Ho riscoperto Luca come persona e ho riscoperto valori che magari davo per scontati».

Chiara Ferrante