<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Promozione

Ebene... sì, il Caldogno è al comando «Visto che stiamo ballando, balliamo»

La squadra allenata da Sgrigna guida il girone B di Promozione. Il direttore sportivo si gode il periodo d'oro, ma l'invito è a rimanere con i piedi per terra
Il Caldogno allenato da Sgrigna guida il girone B di Promozione
Il Caldogno allenato da Sgrigna guida il girone B di Promozione
Il Caldogno allenato da Sgrigna guida il girone B di Promozione
Il Caldogno allenato da Sgrigna guida il girone B di Promozione

«Visto che stiamo ballando, balliamo. Ma facciamolo sempre con la massima umiltà». Così si esprime Fabio Ebene, direttore sportivo del Caldogno che in virtù anche del largo successo colto domenica scorda ai danni del Longare (4-1 il finale) sta spadroneggiando nel girone B di Promozione. Un qualcosa di inaspettato visto che, a seguito della rivoluzione effettuata nella scorsa estate (solo 4 in sostanza i giocatori rimasti della gestione "Zuccon", vale a dire Nardon, Urbanini, Zanotto e Sandonà), nessuno si sarebbe mai aspettato di ritrovare in questo momento la banda Sgrigna a ricoprire il ruolo di battistrada dall'alto dei 20 punti sin qui totalizzati: facendo due veloci conteggi, un ruolino di marcia praticamente perfetto fatto di 6 vittorie e 2 pareggi grazie anche ad una difesa inespugnabile (solo 6 gol subiti) e al secondo attacco più prolifico del gruppo con 18 centri.

«Ritengo - spiega il ds - che i ragazzi stiano andando al di là di ogni più rosea aspettativa; penso sia innanzitutto doveroso ringraziare quei giocatori che hanno creduto nel nostro progetto e un plauso, oltre alla squadra, devo farlo al mister e a tutto il suo staff per come stanno lavorando e per come si sono calati nella nostra realtà». Parlando del prosieguo del torneo, Ebene afferma: «È giusto goderci al massimo questo momento senza però fare inutili e pericolosi voli pindarici, al contrario dobbiamo solo continuare a lavorare sodo». 

Francesco Meneguzzo