Un grande abbraccio di gruppo dopo il rigore segnato. E ancora più festeggiamenti in spogliatoio, con brindisi e la maglietta "Anche quest'anno smetto l'anno prossimo. 25a stagione rossoblu" a testimoniare tutto l'affetto dei compagni per Mauro Chiesa, classe 1967. Che a Motta è praticamente un'istituzione, visto che ci ha trascorso metà della sua lunga carriera calcistica e a 57 anni calca ancora il campo. Chiesa ha iniziato a giocare a otto anni nella squadra del suo paese, Isola, per passare poi da varie società: Malo, Bassano, dove ha esordito in Interregionale, Arzignano, Caldogno, Isola, Calvene.
Nel 1999/2000, infine, è arrivato al Bassan Team, dove ha trovato una famiglia
«Qui sto bene - racconta - Ogni volta che arriva un nuovo allenatore ci parliamo, spiego che farò tutti gli allenamenti possibili e che, se alla domenica dovesse esserci bisogno, sono disponibile ad andare in panchina o ad entrare. Domenica è stata la prima volta che sono partito titolare durante questa stagione, visto che il campionato è quasi finito e il mister ha deciso di farmi giocare e segnare. È stato bellissimo, perché i compagni mi hanno sommerso e festeggiato anche dopo in spogliatoio».
Ma come si arriva a 57 anni continuando a giocare?
«Per fortuna il fisico tiene, a parte qualche acciacco, come il mal di schiena dovuto al lavoro di imbianchino. Ma forse, anche il fatto di avere un mestiere di movimento mi aiuta a mantenermi in forma. Poi nel tempo sono "arretrato" da centrocampista a centrale difensivo, che mi permette di sfruttare la mia esperienza correndo meno».
E a proposito di famiglia, nella Juniores c'è anche suo figlio Andrea. «Non abbiamo mai giocato assieme, perché non ha esordito in prima squadra, ma contro nella partitella sì e spesso andiamo alle partite assieme. Credo sia contento e orgoglioso di me». A Motta, peraltro, c'è anche Stefano Perin, che ha un anno più di Chiesa. «Evidentemente - sorride quest'ultimo - c'è una buona aria...».
E l'anno prossimo? «A Motta dovranno sopportarmi ancora...».