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La storia

Alessandro para senza un braccio. «Che emozione non aver preso gol»

Pighi ha perso l'arto sul lavoro, ma gioca da difensore nel Valdadige. Domenica mancava il portiere e...
La presidente del Valdadige Alessandra Saiani con Alessandro Pighi
La presidente del Valdadige Alessandra Saiani con Alessandro Pighi
La presidente del Valdadige Alessandra Saiani con Alessandro Pighi
La presidente del Valdadige Alessandra Saiani con Alessandro Pighi

Un fenomeno in porta? Si può, pure senza un braccio. Dimostra di avere sette vite (sportive) come i gatti ma, soprattutto, uno straordinario spirito Alessandro Pighi, 34 anni, difensore in forza quest’ anno al Valdadige, in Terza Categoria veronese.

Agilità, caparbietà, tenacia, massimo equilibrio, lucidità nel leggere al meglio le trame di gioco della partita e buona personalità hanno sempre caratterizzato la carriera del giocatore. Poi la vita a volte ti mette davanti a prove inaspettate, che possono modificare radicalmente il tuo percorso e persino bruciarlo.

 

Il trauma

Parliamo del 2014, quando Pighi subì un brutto incidente sul lavoro. Faceva il giardiniere e, tagliando dei rami, toccò i cavi della corrente elettrica subendo una fortissima scarica da 18 mila volt che gli attraversò tutto il corpo lasciandolo a terra incosciente. Restò a lungo in ospedale dove i medici dovettero amputargli un braccio per farlo continuare a vivere. «La vita è troppo bella per non godersela in tutta la sua grandezza», spiega lui, ricordando l’accaduto. «Non è stato facile realizzare di non avere più un braccio ma mi sono detto, nella mia testa, che non potevo mollare per me stesso e i miei cari».

Il tempo sa medicare le ferite. Pighi è andato avanti, fedele anche al grande amore per il gioco del calcio. Ricoprendo in pratica due ruoli: portiere nella nazionale italiana amputati e difensore centrale nel mondo dei dilettanti. «Mai avrei pensato un giorno di giocare in porta nei dilettanti», confessa, ancora perplesso, «ed invece la cosa è successa, all’improvviso. Domenica scorsa nella partita tra il mio Valdadige e La Vetta, finita poi zero a zero, per infortunio mancavano i due portieri della squadra». E allora «mister Livio Monese, ricordando che in nazionale giocavo in porta, mi ha chiesto se volevo entrare in campo a difendere i pali del Valdadige, che è diventata in pratica la mia seconda famiglia. Io, con il sorriso sulla bocca, gli ho risposto semplicemente sì».

 

Il calore della gente

A confermare le qualità tecniche di Pighi, a dispetto dell’handicap, è arrivata una performance di livello assoluto, con tanto di tuffo, su una punizione, che gli ha permesso di togliere la sfera dal sette e negare la gioia del gol agli avversari. «Sono contento di non aver preso gol», rivela quasi stupito il nuovo numero uno della squadra del presidente Alessandra Saiani. «Poi ho sentito tutto il calore e l’ affetto della gente di Brentino Belluno che tifa per il Valdadige. Al triplice fischio ho urlato contento che era finita. Ma lo cosa più bella è che i miei compagni e i dirigenti della società mi hanno lungamente festeggiato fuori dal rettangolo di gioco. Emozioni così ti fanno sentire appagato. La vita, ripeto, è troppo bella per non gustarsela appieno. Questo è il mio motto di tutti i giorni, come ricordo alle persone che mi vogliono bene».

Roberto Pintore