Venticinque punti all’andata, ventotto al ritorno, per un totale di cinquantatré. Tredici le vittorie, quattordici i pareggi, undici le sconfitte. Numeri che per una neopromossa significano un’annata fantastica, storica, come quella dell’Arzignano.
«La nostra forza? La regolarità - ha commentato mister Giuseppe Bianchini, tra gli indiscussi protagonisti della cavalcata gialloceleste che hanno permesso al Grifo di ottenere la sensazionale qualificazione ai playoff -. Dopo quello che avevamo fatto nel girone d’andata era difficile ripetersi in quello di ritorno, invece ci siamo addirittura superati».
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Tante piccole tappe
Conquistate con caparbietà e grinta, con il mantra ripetuto partita dopo partita dal presidente Lino Chilese: «Dobbiamo essere una squadra di operaia». E così capitan Casini e compagni hanno costruito mattoncino dopo mattoncino una fortezza. Partendo dalle basi, dalle prime giornate: la banda Bianchini è rimasta per sei gare imbattute, iniziando la stagione con quattro pareggi (contro Pro Patria, Triestina, Pergolettese e Trento) e due vittorie, contro Pro Sesto e Piacenza.
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Consapevolezza
«La partenza positiva ha dato il la per una stagione importante - ha analizzato il tecnico dell’Arzignano -. Ci ha dato consapevolezza, oltre che punti pesanti, che ci hanno permesso di non avere l’acqua alla gola. Se devo scegliere un match tra quei primi sei, direi la vittoria a Sesto San Giovanni contro la Pro Sesto. È stata la prima, in trasferta».
La prima sconfitta è arrivata solo il 9 ottobre, in casa di un forte Pordenone, che alla fine è giunto secondo. Un 2-0 incassato senza comunque sfigurare, seguito da un successo straordinario, quello casalingo contro la FeralpiSalò, peraltro in rimonta. Ma il dato forse più importante è quello che dice che l’Arzignano non ha mai incassato due sconfitte consecutive: dopo aver perso non s’è mai abbattuto ed è riuscito ad ottenere un risultato utile: «C’è sempre stata una reazione, abbiamo assorbito bene ogni sconfitta e poi siamo sempre riusciti a rialzare la testa immediatamente - ha spiegato Bianchini -. Ogni insuccesso è stato preso come parte del percorso, non è mai stata vissuto come un qualcosa di negativo, anzi sono tutti stati importantissimi per la nostra crescita. Le sconfitte ci hanno fatto bene, le abbiamo analizzate e si è lavorato ancora più forte per colmare le lacune».
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La reazione dopo i ko
Anche il momento di maggiore difficoltà, verso fine 2022, coinciso con il 3-1 incassato a Novara e il 3-0 a Meda, per mano del Renate, sono stati intervallati dal successo, peraltro in rimonta, contro la Juventus Next Gen. È stato un Grifo che ha sempre lottato e poi, nel girone di ritorno, due match hanno segnato e indirizzato il cammino dei giallocelesti: la vittoria casalinga (per 3-1) con il Pordenone e quella storica, al Menti, ai danni del Lane: «Le vittorie contro le squadre importanti, in primis con Vicenza e Pordenone, ce le siamo gustate, ma siamo sempre stati consapevoli che la partita successiva sarebbe stata ugualmente fondamentale per noi, dunque abbiamo sempre lavorato forte. Non c’è mai stata la sensazione che un match fosse più facile - ha proseguito il tecnico del Grifo -. Chiaramente questi successi sono stati belli e ne siamo orgogliosi. Un’altra tappa importante della nostra stagione secondo me è stata la vittoria al Rocco di Trieste all’inizio del girone di ritorno in un altro stadio da brividi».
Contro i virgiliani il Grifo s’è vendicato al ritorno, ottenendo una vittoria, contro il Sangiuliano sono arrivati un successo e un pareggio, così come contro la Triestina. Con AlbinoLeffe e Piacenza, invece, l’Arzignano ha vinto sia all’andata che al ritorno. La ricetta perfetta, per il capolavoro gialloceleste.
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La consacrazione poi con il raggiungimento della salvezza e con la vittoria ad Alessandria contro la Juve Next Gen, che è significata l’ipoteca sui playoff, la cui certezza è arrivata all’ultima giornata per il tripudio finale.