<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista

Arzignano, Lino Chilese: «Che sofferenza salvarsi. Ora qui solo gente che ha fame»

di Eugenio Marzotto
Il presidente dell'Arzignano Lino Chilese (Foto CISCATO)
Il presidente dell'Arzignano Lino Chilese (Foto CISCATO)
Il presidente dell'Arzignano Lino Chilese (Foto CISCATO)
Il presidente dell'Arzignano Lino Chilese (Foto CISCATO)

Chi lo conosce bene sa che la mattina dopo aver conquistato la matematica salvezza, Lino Chilese, aveva già la testa proiettata ad organizzare la prossima stagione. Immaginatelo a passeggiare su un sentiero della Valchiampo, rispondere a decine di telefonate e nello stesso tempo restare immerso nei propri pensieri dopo un'annata sportiva complicatissima.

Presidente si è goduto la salvezza?
Sì e no, è stato un campionato difficile, sofferto, avevamo obiettivi diversi, però mi tengo stretta la salvezza. Andremo a fare il terzo anno tra i professionisti e per la nostra realtà è un'impresa. Però...

Però?
Qualche rammarico ce l'ho, avrei dovuto intervenire subito quando avevo visto che certe cose non andavano. Le avevo viste già durante il ritiro di Gallio, qualche giocatore e parte dello staff pensavano di essere quelli bravi, già arrivati, come se non avessero capito lo spirito di questa società: essere sempre umili, con giocatori che devono andare ai cento all'ora, testa bassa e pedalare ma non sempre, già dal ritiro, ho visto quest'anima. Dovevo intervenire prima e invece mi sono tenuto dentro troppo a lungo questa sensazione per non invadere spazi altrui. E ho sbagliato.

Deluso da qualche giocatore?
Sì, perché non hanno capito chi siamo, è come se mi avessero tradito, ma da ogni errore si impara e certamente la prossima stagione sarà fatta da giocatori che vengono qui dando tutto, sudando, lavorando duro per l'obiettivo. Cosa che non sempre ho visto e infatti abbiamo sofferto fino all'ultima giornata.

E infatti c'è stata grande tensione fino al complicato pareggio con l'Atalanta U23.
Sì e aggiungo una cosa. Ho sofferto ancora di più perché vedevo quanto ci stavano male Matteo e Mattia (Dg e ds dell'Arzi ndr), mi sono sentito responsabile anche per loro e quell'abbraccio liberatorio tra di noi a fine gara, con tante lacrime versate, spiega bene cosa abbiamo passato. Questo risultato è stato conquistato con la fatica.

E con un esonero.
Un altro momento doloroso, con Bianchini in quasi 4 anni abbiamo raggiunto risultati straordinari. Dopo aver lanciato come mister, Italiano, Di Donato, anche lui si è guadagnato sul campo tanti estimatori. L'esonero è stato un momento difficile soprattutto dal punto di vista umano, Giuseppe è una grande persona e questa salvezza è merito anche suo, con lui ho vissuto anni stupendi.

Dal passato al futuro, quello di Bentivoglio?
Non abbiamo avuto il tempo di sederci al tavolo per discuterne, ma lo faremo presto, ma credo che anche per lui questa esperienza sia servita per mettersi in luce. C'era bisogno di aria fresca, di "aprire la finestra" e lui ci ha dato energia nuova, conosceva l'ambiente ed è amico di Serafini, l'inserimento è stato abbastanza semplice.

Come se la immagina la prossima stagione?
Ringrazio innanzitutto i tanti sponsor che ci danno una mano e che ci vogliono bene, auspico che nel Cda entrino altre figure in grado di aiutarci a più livelli. Se abbiamo uno stadio che è un gioiellino lo dobbiamo anche alla bella collaborazione che abbiamo con l'amministrazione comunale. Sul piano sportivo l'Arzignano manterrà la stessa linea grazie al supporto di Togni e Serafini: investire sui giovani e portare qui giocatori maturi che hanno fame di rivalsa e di rivincita, che qui possono dare il 100%, non vogliamo gente che viene qui a "svernare". Faremo le cose fatte bene, spendendo il giusto come abbiamo sempre fatto, lavorando con altre società. E spero davvero di costruire qualcosa di importante e duraturo con il Vicenza, il sogno è diventare la società in cui il Lane porta i suoi giovani a crescere. Stefano Rosso mi ha scritto per congratularsi della nostra salvezza e questo mi ha fatto molto piacere.

Sulla rosa avete già qualche idea?
Mi considero un dilettante entrato nel professionismo e sto ancora imparando molte cose, certe situazioni del calcio non mi piacciono, ad esempio l'invadenza di certi procuratori, ma ci devo convivere... Arzignano non ha l'appeal di altre piazze, per fare mercato dovremo lavorare su altri aspetti. Credo anche l'Arzignano abbia valorizzato giocatori che oggi sono pronti per altre esperienze e che a certe condizioni sono sul mercato.

Che immagine conserva dopo questa tribolata stagione?
Le tante persone che mi hanno sostenuto, mia moglie e i miei figli, il vice presidente Renzo Lorenzi che è rimasto vicino alla squadra nei momenti più duri e poi Silvano Faedo, membro del Cda che domenica ha compiuto 80 anni a cui abbiamo regalato la salvezza.