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Tokyo2020

Sciabola d'argento con Montano. Due bronzi da nuoto e canottaggio

In alto Federico Burdisso (nuoto); in basso a sinistra il quattro senza (canottaggio) e a destra la squadra maschile di sciabola. FOTO ANSA
In alto Federico Burdisso (nuoto); in basso a sinistra il quattro senza (canottaggio) e a destra la squadra maschile di sciabola. FOTO ANSA
In alto Federico Burdisso (nuoto); in basso a sinistra il quattro senza (canottaggio) e a destra la squadra maschile di sciabola. FOTO ANSA
In alto Federico Burdisso (nuoto); in basso a sinistra il quattro senza (canottaggio) e a destra la squadra maschile di sciabola. FOTO ANSA

Ancora tre medaglie per l’Italia e ancora niente ori (finora l’unico l’ha vinto Dell’Aquila il primo giorno). L’Olimpiade giapponese resta ricca di soddisfazioni per i colori azzurri, ma con la maledizione del metallo più prezioso. Dopo cinque giorni l’Italia è settima per numero di podi, ben 15 con un oro, 6 argenti e 8 bronzi, ma soltanto 15esima nel medagliere, addirittura dietro al Kosovo con due sole medaglie all’attivo, ma entrambe d’oro.

 

Nel primo mercoledì olimpico l’impresa più grande è stata sfiorata dagli azzurri della sciabola, trascinati nella gara a squadre dall’intramontabile Aldo Montano. Dopo aver sofferto oltremodo per superare 45-44 l’Iran, il ct Sirovich si è affidato al 42enne olimpionico (entrato al posto dell’argento individuale Samele) per ribaltare il trend contro la forte Ungheria e conquistare l’accesso in finale (45-43). La Corea si è poi dimostrata decisamente superiore (45-26), ma per l’Italia della scherma è un argento importante, in attesa dell’oro che ancora manca. «Per me è un argento conquistato, ma soprattutto una carriera finita - ha dichiarato Montano - Sono stati 17 anni bellissimi». «Un grande risultato» per il presidente della Federscherma Paolo Azzi, «una gara avvincente che ci ha emozionato. Il giusto modo per salutare l’ultima Olimpiade di un grandissimo del nostro sport come Montano».

 

Al mattino la quinta giornata olimpica si era aperta con un pieno di emozioni e due medaglie di bronzo. Al Tokyo Acquatics Centre è stato Federico Burdisso a salire sul podio: il nuotatore lombardo non ha deluso le attese e ha chiuso al terzo posto la finale dei 200 farfalla. «L’argento era nelle mie corde, ma non sono al 100% - ha confessato Burdisso - Questa Olimpiade è un po' strana, ho avuto molto stress e non volevo neanche farla questa gara, ma adesso penso ai 100 con leggerezza». Settima ma felice anche Federica Pellegrini, alla quinta e ultima finale olimpica nei 200 stile. La veneta ha nuotato bene ed è scesa sotto l’1’56'', restando comunque lontana dal podio e soprattutto dall’australiana Titmus, che si è presa un altro oro. «Mi sono goduta la finale, la mia ultima a livello internazionale ed è giusto così. Sono molto contenta, è stato un bel viaggio». Bene anche Alessandro Miressi, in finale nei 100 stile con il terzo tempo, mentre è rimasto l’amaro in bocca a Thomas Ceccon. Delusione anche per Simona Quadarella, soltanto quinta nei 1.500: «Non voglio cercare scuse - ha spiegato la 22enne romana - ma un po' sono stata sfortunata per la gastroenterite che mi ha colpito due settimane fa facendomi perdere tre chili. Cercherò il riscatto negli 800».

 

L'altro bronzo è arrivato nel canottaggio con il 4 senza, ma con tantissima delusione per una mattinata cominciata nel peggiore dei modi. La scoperta della positività al coronavirus di Bruno Rosetti, avvisato e messo in isolamento quando era già pronto per andare al bacino di gara di Sea Forest Waterway, ha stravolto tutti i programmi ma, poiché gli altri tre erano negativi, non ha impedito all’Italia di andare in acqua. Il direttore tecnico Francesco Cattaneo ha svegliato Marco Di Costanzo e gli ha comunicato che sarebbe ritornato, a distanza di qualche mese, sull’armo del 4 senza, abbandonando quello del 2 senza. E come se tutto ciò non fosse stato già abbastanza per una finale olimpica, quella che per tutti è la gara più importante della vita, in piena lotta per le medaglie l’equipaggio azzurro ha dovuto fare i conti con un altro imprevisto. Forse a causa del vento, sicuramente con una manovra azzardata, il 4 senza della Gran Bretagna ha invaso la corsia degli italiani. «Sono stati dei kamikaze», ha detto senza mezzi termini Giuseppe Vicino, che insieme a Matteo Castaldo, Matteo Lodo e Marco Di Costanzo è riuscito cominciare a chiudere al terzo posto, alle spalle dell’Australia e dalla Romania, e davanti ai britannici. 

 

Due secondi negano a Filippo Ganna il podio olimpico nella cronometro su strada di ciclismo. Al Fuji Speedway, il venticinquenne verbanese, campione mondiale lo scorso anno nella rassegna iridata di Imola, ha pagato dazio al percorso non adatto alle sue caratteristiche e ha concluso al quinto posto la prova dominata in lungo e in largo da Primoz Roglic.

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