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Sarego
scoppia
la polemica
sul Dal Molin

CALCIO/IL CASO. Dopo la concessione del campo da gioco al Sarego e lo spostamento del S. Zeno a Tezze di Arzignano. Il tecnico del Real: «Siamo arrabbiati». E il presidente lo smentisce: «Eravamo d'accordo»
Uno scorcio del Dal Molin di Arzignano al centro di una polemica
Uno scorcio del Dal Molin di Arzignano al centro di una polemica
Uno scorcio del Dal Molin di Arzignano al centro di una polemica
Uno scorcio del Dal Molin di Arzignano al centro di una polemica

Non c'è pace sul Dal Molin. Stavolta, però, si parla dello stadio: l'impianto arzignanese è stato concesso al Sarego per la partita di serie D contro il Legnago di domani, dopo che la società di casa (il Real San Zeno, Seconda categoria) ha accettato di spostarsi a Tezze per il match con il San Vitale 1995. Tutti d'accordo dunque? Non proprio, perché a quanto pare la decisione ha mandato su tutte le furie tecnico e giocatori del Real, tra la sorpresa generale delle altre parti in causa.
REAL SAN ZENO/1. Ad accendere la polemica è l'allenatore del Real San Zeno, Christian Vinoli: «Il Comune evidentemente ha fatto i suoi conti e ci sposta a Tezze. Per noi sarà come giocare fuori casa e i ragazzi giustamente sono arrabbiati: sono quasi tutti arzignanesi e il Dal Molin lo sentivano come un diritto acquisito. Senza contare che il quartiere San Zeno si trova a 500 metri dallo stadio e come logica spetterebbe a noi: siamo a tutti gli effetti la prima squadra del Comune. Inoltre quando ci alleniamo al campo del Costo, ci è concesso di utilizzare solo metà delle luci, serve le pila per battere i corner».
REAL SAN ZENO/2. Il primo a sorprendersi delle lamentele è però proprio il presidente del Real San Zeno, Maurizio Bastianello. «Ma quale polemica!» sbotta il dirigente. «C'è stato questo accordo con il Comune, condiviso dalla nostra società. Non vedo perché lamentarsi, visto che il manto di Tezze è bellissimo, migliore di quello del Dal Molin».
COMUNE. Il consigliere con delega allo sport del Comune di Arzignano Giovanni Lovato cade dalle nuvole. «Noi - spiega - non abbiamo sfrattato proprio nessuno: abbiamo chiesto al presidente Bastianello se erano disponibili al cambio di campo per questa domenica e mi ha detto che per loro andava bene. Se il San Zeno avesse rifiutato, avremmo detto di no al Sarego. Mi sembra pertanto una polemica sterile, che a mio avviso nasconde altro: se qualcuno vuole utilizzare lo sport per un attacco politico a questa Amministrazione, ritengo che sia un'operazione di bassissimo livello. Siamo felici di poter aiutare una squadra che ha bisogno di un campo, ovviamente sempre preservando i diritti dei sodalizi locali. Il beneficio economico? Credetemi, è minimo. La polemica sull'illuminazione? Andrò a verificare, ma le altre due squadre che utilizzano il campo del Costo non si sono mai lamentate».
SAREGO. Interpellato sull'argomento, il presidente Roberto Callegari si dice rammaricato. «Mi dispiace scontentare qualcuno, anzi, a questo punto vorrei sentire il tecnico personalmente. Noi abbiamo parlato prima con la società Real San Zeno e poi con l'Ufficio Sport, credevo che la soluzione andasse bene per tutti. Purtroppo per l'omologazione del campo di Sarego manca una tribuna metallica e i lavori sono fermi a causa del Patto di stabilità, stiamo valutando se farla noi».
ARZICHIAMPO. Le dichiarazioni di Vinoli, indirettamente, chiamano in causa anche il club nato in estate dalla fusione tra Chiampo e Arzignano. «Sulla polemica noi non c'entriamo - precisa il presidente Lino Chilese - perché lo stadio lo gestisce il Comune. Noi ci consideriamo arzignanesi, anche se comprendiamo tutta la vallata: abbiamo 750 ragazzi da Arzignano bassa fino a Crespadoro. La Promozione adesso è a Chiampo perché il campo è messo meglio, ma appena possibile la nostra intenzione è di giocare al Dal Molin».

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