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Rabito, solo posti in piedi per i veci

LA STORIA. Ha alle spalle una carriera importante e adesso è in cerca di sistemazione: «Io sono pronto ed entusiasta»
La beffa dei limiti d'età in Lega Pro «Tra l'altro non aiutano i giovani»
Andrea Rabito, classe 1980, qui con la maglia dell'AlbinoLeffe
Andrea Rabito, classe 1980, qui con la maglia dell'AlbinoLeffe
Andrea Rabito, classe 1980, qui con la maglia dell'AlbinoLeffe
Andrea Rabito, classe 1980, qui con la maglia dell'AlbinoLeffe

“Non è uno sport per vecchi”. È questo il titolo più appropriato per definire il calcio della Lega Pro, con le nuove norme che prevedono di destinare incentivi economici alle squadre che schiereranno una formazione sotto i 25 anni di media (Prima Divisione) o sotto i 24 (Seconda Divisione). Contro queste disposizioni si sono levate le proteste dell'Associazione Italiana Calciatori, che porta avanti le ragioni dei tanti professionisti che dopo una buona carriera tra serie B e Lega Pro si ritrovano di colpo tagliati fuori per tentare di far quadrare i magri bilanci delle società. Tra i molti svincolati c'è anche un giocatore vicentino dal passato importante: è Andrea “Roger” Rabito, fantasista classe 1980 cresciuto a Cavazzale. Acquistato dal Milan quando aveva appena 14 anni, Rabito in carriera ha collezionato tre promozioni dalla B alla A con le maglie di Modena, Sampdoria e Livorno, e per diversi anni è stato uno dei giocatori di punta del Padova (116 presenze e 26 gol). L'ultima stagione tra i “pro” nel 2011-2012, con la maglia della Cremonese in Prima Divisione. Lo scorso anno, dopo un semestre senza contratto, l'esperienza in serie D con gli emiliani del Formigine, con il lusinghiero ruolino di 14 presenze e 4 reti da gennaio a maggio. Rabito, come mai non ha proseguito a Formigine? «È stata una bellissima esperienza, ma avevo l'esigenza di avvicinarmi a casa per motivi familiari. A Formigine c'erano le premesse giuste per proseguire, sia come calciatore sia come tecnico, visto che lo scorso anno ho conseguito il patentino che mi consente di allenare fino alla serie D, ma ho dovuto considerare altre priorità». Adesso si sta allenando da solo? «Sì, cerco di tenermi in forma in attesa di trovare una buona opportunità qui in provincia di Vicenza. Avendo avuto una buona carriera non ho particolari esigenze dal punto di vista economico, mi interessano altri aspetti». Cioè? «Sarebbe bello ritrovare qui un progetto simile a quello di Formigine: una squadra dove poter essere ancora utile come calciatore, visto che sto bene e a 33 anni mi sento ancora in grado di fare il mio, ma in caso anche dove cominciare a dare un contributo come allenatore, magari a partire dalle giovanili». Non ha il rammarico di non trovare più posto tra i professionisti, considerando la sua carriera? «Mi spiace molto, ma queste norme inevitabilmente penalizzano chi ha la mia età, tra l'altro senza essere realmente a vantaggio dei giovani, per i quali non vale più la meritocrazia. Certo se ci fosse una squadra professionistica che vuole ancora puntare su di me, io sono pronto ed entusiasta». A Vicenza adesso c'è anche il Real, neopromosso in Lega Pro… «Meritano tanti complimenti, è il giusto riconoscimento per una società seria che sta lavorando bene. In carriera, da vicentino, ho il rammarico di non avere indossato la maglia biancorossa. Diciamo che se arrivasse una chiamata dal Real sarebbe una piccola favola, perché io sono cresciuto proprio nel Cavazzale, che fondendosi con Laghetto e Villaggio del Sole ha creato la nuova società: tornerei alle origini e magari potrei finalmente giocare al Menti in biancorosso. Meglio di cos셻. F.G.

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