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L'intervista

Niccolò Zanardi: «Ancora lunga ma papà ce la farà»

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La foto del profilo Facebook di Niccolò Zanardi con il padre Alex
La foto del profilo Facebook di Niccolò Zanardi con il padre Alex
La foto del profilo Facebook di Niccolò Zanardi con il padre Alex
La foto del profilo Facebook di Niccolò Zanardi con il padre Alex

«Papà ce la farà, sono sicuro. Ce la farà anche questa volta. E un giorno ne parleremo. La racconterà a me e la racconterà anche ai miei figli. Sono fiducioso e lo è anche la mamma». Niccolò Zanardi non si è mai allontanato da papà Alex dal giorno del nuovo, tragico incidente, lo scorso 19 giugno. Dimesso dal Policlinico Le Scotte di Siena, il campione paralimpico è stato trasferito nel centro di riabilitazione "Villa Beretta".

 

«Papà sta bene. Insomma un pochino meglio - racconta Niccolò in un’intervista a Il Corriere della Sera - I medici ci hanno spiegato nei dettagli tutto il percorso che dovrà seguire. Ci danno molte notizie e per fortuna positive. Ma la migliore è che siamo già qui, per la riabilitazione, ed è passato soltanto un mese, un mese esatto dall’incidente. Non è più in pericolo di vita, ed è già molto, ma ha davanti a sé un percorso ancora lunghissimo, e lo sappiamo, siamo preparati. Siamo anche contenti perché il suo recupero è stato molto più veloce di quanto ci aspettassimo. Ma non bisognerebbe sorprendersi: questo è papà. È incredibile l’energia di quell’uomo, ha una forza straordinaria». 

 

Niccolò e Daniela, la moglie di Alex, sono sempre al suo fianco con una certezza: Zanardi supererà anche questo incidente, come fece 19 anni fa. «Ci sono segnali incoraggianti. Ripeto, ci vorrà ancora molto tempo, ma lui sente la nostra presenza e questo è importante - spiega il figlio - Noi gli stiamo sempre accanto. Anche a Siena, del resto, siamo sempre stati lì con lui. Non ho mai perso uno solo dei miei turni al suo fianco in ospedale. Con la mamma abbiamo fatto tutti i giorni la spola, trecento chilometri al giorno tra andata e ritorno. Gli parliamo, ora che non è più sedato si può. Prima era proprio controindicato. I medici ci spiegavano che stimoli esterni avrebbero interferito con la sedazione. Adesso invece ci dividiamo i compiti: noi diamo gli stimoli affettivi, i medici quelli neurologici». Sul recupero di Zanardi non possono ancora esserci certezze, ma la fiducia è grande: «Il problema della vista è il meno per adesso. Quel che conta è sapere se potremo di nuovo riuscire a comunicare con lui. Abbiamo una lunghissima strada davanti, ma finalmente è una strada in discesa. E non siamo soli, lo abbiamo visto e sentito. Ogni mio post su Instagram diventa virale - spiega Niccolò - C’è tantissimo affetto attorno a noi e attorno a lui».

 

«In questo periodo mi è capitato di riflettere su quanto siamo fortunati per questo - prosegue il
figlio di Zanardi - Ma non oso a pensare a chi si trova magari in una situazione altrettanto dura e difficile e deve affrontarla da solo. Come sta mamma? È molto stanca, provata. Però è un po' più tranquilla. Eppoi ci sono io con lei. Ho 21 anni. Quando accadde il primo incidente, a Berlino, non potevo fare nulla per aiutarla, ero molto piccolo. Avevo solo tre anni e infatti non ricordo nulla. Questa volta, invece, tocca a me essere l’adulto di casa. Sono davvero dovuto crescere in fretta in questo periodo, ma va bene: papà ce la farà».

 

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