Marco Tardelli, Giancarlo Antognoni, Antonio Cabrini, Fulvio Collovati e Giuseppe Bergomi ex compagni di nazionale di Paolo Rossi nella vittoria del Mondale ’82, hanno portato in spalla il feretro di Paolo Rossi nella cattedrale di Vicenza, dove si svolta la cerimonia funebre. Prima e dopo le esequie - dove sono arrivati tanti altri campioni del Calcio - hanno voluto ricordare, con tanta commozione Pablito: «Un amico, un compagno, un fratello».
Presenti, tra gli altri, altri campioni del mondo 1982: Conti, Oriali, Causio, Gentile, Baresi, Graziani, Dossena, Selvaggi, Marini, Massaro. E ancora: Roby Baggio, Paolo Maldini, Scaroni, Osti, Joe Barone, Galderisi, Manfredonia, Schwoch, Tacconi, Zanone. E gli ex giocatori del Real Vicenza Lelj, Carrera, Filippi, Verza, Briaschi.
ANTONIO CABRINI, «GIÀ MI MANCHI MERAVIGLIOSO AMICO». «Non mi sembra vero, non sei più tra di noi, non ho perso un compagno di squadra, ma un amico, un fratello». «Le emozioni che
abbiamo condiviso hanno stravolto la nostra vita, regalandoci
emozioni impagabili - ha proseguito Cabrini - . Già mi manchi, mi mancano le tue parole di conforto, le tue battute, i tuoi stupidi scherzi, le nostre litigate, le tue improvvisate e il tuo sorriso, mi manca proprio tutto di te. Ciao Paolo, sappi che non ti lascio andare, sarai sempre dentro di me, ti prometto di stare vicino a Federica e ai tuoi figli, ma tu stammi vicino».
GIANCARLO ANTOGNONI, «CI HA PORTATO SUL TETTO DEL MONDO». «C’è un grande rimpianto per aver perso una persona con cui ho vissuto anni felici, un punto di riferimento per l’allegria che sprigionava, in campo e fuori. Lui ci ha portato sul tetto del mondo. Era un dovere per noi venire a salutarlo». «Eravamo sempre in contatto sulla nostra chat e lui ne era un artefice».
FULVIO COLLOVATI, «ERA UN FRATELLO» «Federica ci ha mandato il messaggio alle 3, ci ha detto che era molto legato a noi e che non dobbiamo dimenticarlo. Ma come facciamo a dimenticarlo? Quando è arrivato quel messaggio mi si è spezzato il cuore, era un amico, un fratello, ma queste non sono frasi di circostanza, Paolo era veramente così, era solare, era capace di alzare il Pallone d’Oro e il giorno dopo andare a prendere un caffè con chiunque, era di una semplicità disarmante».
GIUSEPPE BERGOMI «DEL NOSTRO GRUPPO LUI ERA IL SIMBOLO». «Di quel gruppo vincente Paolo era un simbolo, non solo per quanto è riuscito a fare in campo ma anche fuori. Le sue più grandi doti sono state l’umanità e la disponibilità verso tutti, ma anche la capacità di sorridere». «Con lui ho condiviso l’esperienza da commentatori tv nel mondiale 2006 - ha aggiunto Bergomi - anche qui era un esempio per la moderazione nei commenti».
ALESSANDRO ALTOBELLI, «LUI IL PIÙ FORTE, DIFFICILE IMITARLO». «Paolo era il più grande di tutti, oltre che il più forte attaccante di tutti i tempi». «Di quel gruppo era un simbolo non solo in campo ma anche fuori. Era sempre al posto giusto nel momento giusto, arrivava sempre prima».
PAOLO MALDINI, «È STATO IL IL CALCIO ITALIANO». «Ho avuto la fortuna di giocarci insieme al Milan, lui a fine carriera io giovane. Lui ha rappresentato il calcio italiano, non ha uguali in assoluto».
GIUSEPPE GALDERISI, «LUI RIFERIMENTO IN CAMPO E FUORI». «Di Paolo ricordo la sua figurina di quando io ero poco più che bambino, poi ho avuto la fortuna di giocare assieme a lui. I suoi insegnamenti sono stati fondamentali nella mia carriera, lui è sempre stato un punto di riferimento in campo ma soprattutto fuori».