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Hockey Recalac, gioia senza fine
E' campione d'Italia in casa

LA PARTITA. Gara4 sorride ai valdagnesi, che conquistano il secondo titolo della loro storia. Il vantaggio iniziale di Orlandi aveva illuso il Viareggio, poi costretto alla resa. Lo scudetto arriva al termine di un incontro molto tirato: a spezzare l'equilibrio è una tripletta di Tataranni nel secondo periodo
Ecco il... trenino. A Valdagno c'è voglia di far festa dopo la vittoria
Ecco il... trenino. A Valdagno c'è voglia di far festa dopo la vittoria
Ecco il... trenino. A Valdagno c'è voglia di far festa dopo la vittoria
Ecco il... trenino. A Valdagno c'è voglia di far festa dopo la vittoria

VALDAGNO Quella dolce sensazione che non potesse che finire così. Con il Tricolore cucito sulle maglie del Valdagno. Si respirava ieri prima della partita. Si vedeva negli occhi dei giocatori. Si sentiva nei cori del PalaLido esaurito. Una sensazione cresciuta negli ultimi due mesi, con la squadra, con il gioco e con i risultati. Dalla serie dei quarti di finale contro un Bassano in forma e regolato in tre partite. Dalla strepitosa semifinale con il Lodi, vincitore della regular season: sette a zero nella prima gara, quattro a tre nella tana del lupo dopo la parentesi dell'Eurolega, dove i ragazzi di Vanzo avevano rifilato undici reti al Benfica, uscendo solo con i futuri campioni d'Europa del Liceo.  Sensazioni appunto, anche dopo i primi minuti del match: Nicolia e compagni sembrano avere un ritmo superiore agli avversari, anche se è il Viareggio a segnare per primo con Orlandi. Ma nessuno, giocatori e pubblico, si scompone. C'è quella forza nella squadra biancoazzurra che arriva fino sugli spalti e dà serenità. E infatti: magia di Nicolia, assist per De Oro e gol da cineteca. Il Viareggio è un vecchio marpione che non molla mai e colpisce ad ogni errore, ma la Recalac ha una batteria di cecchini che sfrutta quasi ogni punizione di prima che, in una partita che si fa via via sempre più nervosa e fallosa, diventano la chiave del match.  Due volte Nicolia, una Tataranni, il dischetto sembra dorato e quando il “Tata” infila il 6-3 con una rasoiata che incoccia il palo, quella sensazione fortissima diventa euforia pura, attesa dell'apoteosi. Orlandi, in serata di grazia, prova a rovinare la festa con una sassata dalla distanza, mancano meno di sette minuti e la tensione sale. Il Viareggio non vuole mollare e Oviedo deve metterci del suo per evitare di rivitalizzare i bianconeri.  Poi ci pensa De Oro a trasformare la serata in trionfo con un colpo da campione sotto porta. Sette a quattro a 40'' dalla fine, la sensazione diventa certezza in un conto alla rovescia che manda in visibilio il palazzo.  «I campioni dell'Italia siamo noi» urla la curva. Fischio finale. Apoteosi. Ma, in fondo, chi non se la sentiva?  © RIPRODUZIONE RISERVATA

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