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Tokyo2020

Giorgia solleva Rosà all’argento

All'anagrafe risulta nativa di Gallarate, da pochi anni si allena in Puglia dove esercita la professione di poliziotta penitenziaria, ma Giorgia Bordignon, la 34enne fresca medagliata d'argento a Tokyo nel sollevamento pesi, categoria 64 kg, è rosatese d'origine. Suo papà Daniele, infatti, era originario di Travettore, emigrato nel 1980 nel Varesotto e lì purtroppo scomparso improvvisamente nel 1999 a 40 anni, quando Giorgia ne aveva solamente 12.

A Rosà però risiedono tutti gli altri parenti: il sindaco del paese, Paolo Bordignon, è suo cugino e suo zio più diretto, fratello maggiore del papà Daniele, è il professor Silvano, conosciutissimo insegnante, oggi in pensione, nei licei del Bassanese. Ieri dopo aver assistito all'explot della nipote in tv, faticava a trattenere l'emozione. «Quando l'ho vista scoppiare a piangere dalla gioia in televisione – racconta Silvano – ho pensato subito al compianto papà Daniele, mio fratello e a Giovanni, il più grande di tutti quanti noi, venuto a mancare anni fa, che era il suo più grande tifoso. Conservava tutti i ritagli di giornale che riguardavano nostra nipote e me li consegnava. Capitava di andare assieme a seguirla alle gare, l'ultima volta a Lignano Sabbiadoro. Sono certo che Giovanni e Daniele da lassù si siano abbracciati dalla felicità».

Silvano pensa a Giorgia e gli sovviene immediatamente il nonno. «Sì, mio padre era contadino – rivela – e aveva una forza spaventosa, inaudita. Ricordo che sollevava con impressionante facilità pesantissimi sacchi di grano. Credo che Giorgia abbia ereditato questa potenza muscolare proprio da lui. Anche il carattere e la determinazione sono identici». Sorride Silvano. «E' incredibile vedere come una donna minuta come Giorgia, un metro e 62 per 63 kg, sia così performante e riesca a sollevare 128 kg. Ha stabilito un doppio record italiano tanto nello slancio che nello strappo, inimmaginabile. Questa medaglia è ancora più bella perché completamente inaspettata», fatica a trovare le parole Bordignon. Ieri sera gli hanno telefonato persino i Bordignon dell'area rosatese residenti in Brasile che volevano congratularsi.

 All'asciutto nel suo medagliere per oltre 120 anni, Rosà in appena 24 ore ha mutato di colpo il suo curriculum olimpico: lunedì l'argento di Manuel Frigo, decisivo staffettista nella 4x100 di nuoto, ieri l'exploit fuori programma e per questo ancora più gratificante di Giorgia, cresciuta ad Arsago Seprio nel Varesotto, ma da alcuni anni domiciliata a Bari, città scelta per vivere, lavorare ed allenarsi. Continua zio Silvano: «Ho parlato col sindaco, Paolo, suo cugino e Bordignon pure lui, di questa formidabile onda di popolarità per la nostra comunità. Troppa grazia, Rosà... chi l'avrebbe mai detto, è tutto così elettrizzante, difficile gestire questa raffica di sussulti, ho l’animo sottosopra». E mentre di getto Silvano prova a riordinare i pensieri, ci mostra un libro che narra la storia dei Bordignon nel mondo indicandoci le pagine in cui viene nominata Giorgia, l'indimenticato papà Daniele e ovviamente lui. «Ora spero di poterla abbracciare quando rientrerà in paese», si congeda con un sorriso da un orecchio all'altro. E ora il sindaco che aveva promesso un brindisi pubblico per Manuel dovrà raddoppiare l'evento anche per Giorgia. La più dolce delle incombenze. 

 

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