All'anagrafe risulta nativa di Gallarate, da pochi anni si allena in Puglia dove esercita la professione di poliziotta penitenziaria, ma Giorgia Bordignon, la 34enne fresca medagliata d'argento a Tokyo nel sollevamento pesi, categoria 64 kg, è rosatese d'origine. Suo papà Daniele, infatti, era originario di Travettore, emigrato nel 1980 nel Varesotto e lì purtroppo scomparso improvvisamente nel 1999 a 40 anni, quando Giorgia ne aveva solamente 12.
A Rosà però risiedono tutti gli altri parenti: il sindaco del paese, Paolo Bordignon, è suo cugino e suo zio più diretto, fratello maggiore del papà Daniele, è il professor Silvano, conosciutissimo insegnante, oggi in pensione, nei licei del Bassanese. Ieri dopo aver assistito all'explot della nipote in tv, faticava a trattenere l'emozione. «Quando l'ho vista scoppiare a piangere dalla gioia in televisione – racconta Silvano – ho pensato subito al compianto papà Daniele, mio fratello e a Giovanni, il più grande di tutti quanti noi, venuto a mancare anni fa, che era il suo più grande tifoso. Conservava tutti i ritagli di giornale che riguardavano nostra nipote e me li consegnava. Capitava di andare assieme a seguirla alle gare, l'ultima volta a Lignano Sabbiadoro. Sono certo che Giovanni e Daniele da lassù si siano abbracciati dalla felicità».
Silvano pensa a Giorgia e gli sovviene immediatamente il nonno. «Sì, mio padre era contadino – rivela – e aveva una forza spaventosa, inaudita. Ricordo che sollevava con impressionante facilità pesantissimi sacchi di grano. Credo che Giorgia abbia ereditato questa potenza muscolare proprio da lui. Anche il carattere e la determinazione sono identici». Sorride Silvano. «E' incredibile vedere come una donna minuta come Giorgia, un metro e 62 per 63 kg, sia così performante e riesca a sollevare 128 kg. Ha stabilito un doppio record italiano tanto nello slancio che nello strappo, inimmaginabile. Questa medaglia è ancora più bella perché completamente inaspettata», fatica a trovare le parole Bordignon. Ieri sera gli hanno telefonato persino i Bordignon dell'area rosatese residenti in Brasile che volevano congratularsi.
All'asciutto nel suo medagliere per oltre 120 anni, Rosà in appena 24 ore ha mutato di colpo il suo curriculum olimpico: lunedì l'argento di Manuel Frigo, decisivo staffettista nella 4x100 di nuoto, ieri l'exploit fuori programma e per questo ancora più gratificante di Giorgia, cresciuta ad Arsago Seprio nel Varesotto, ma da alcuni anni domiciliata a Bari, città scelta per vivere, lavorare ed allenarsi. Continua zio Silvano: «Ho parlato col sindaco, Paolo, suo cugino e Bordignon pure lui, di questa formidabile onda di popolarità per la nostra comunità. Troppa grazia, Rosà... chi l'avrebbe mai detto, è tutto così elettrizzante, difficile gestire questa raffica di sussulti, ho l’animo sottosopra». E mentre di getto Silvano prova a riordinare i pensieri, ci mostra un libro che narra la storia dei Bordignon nel mondo indicandoci le pagine in cui viene nominata Giorgia, l'indimenticato papà Daniele e ovviamente lui. «Ora spero di poterla abbracciare quando rientrerà in paese», si congeda con un sorriso da un orecchio all'altro. E ora il sindaco che aveva promesso un brindisi pubblico per Manuel dovrà raddoppiare l'evento anche per Giorgia. La più dolce delle incombenze.