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Il video

"Aggrappati alla vita": Giorgia Sottana alla regia per raccontare una storia di dolore e riscatto

L'ultimo progetto della capitana del Famila Wuber Schio, che ha realizzato una docu/intervista Gabriele Bani, mental coach che a 14 anni ha dovuto superare il suicidio del padre.

“Aggrappati alla vita”. È una storia, una testimonianza diretta. È l’ultimo progetto di Giorgia Sottana, capitana del Famila Wüber Schio, che ha realizzato e pubblicato una docu/intervista su una storia di dolore e riscatto. Dalla sofferenza per un suicidio, all’elaborazione, la rinascita.

È il racconto di Gabriele Bani, mental coach che a 14 anni ha dovuto superare il suicidio del padre. Sottana, regista non solo in campo, ha ascoltato e riportato, dando valore a quella sofferenza, con la speranza di aiutare chi si trova in difficoltà.

«Fare video e raccontare storie di valore è una mia grande passione - racconta la cestista trevigiana - quindi volevo mettermi alla prova e vedere se riuscivo a realizzare un video di questa portata: sogno in futuro di poter farne altri. E, cosa più importante, credo fortemente che la storia di Gabri possa essere d’esempio per tante persone. Si parla spesso di questa tematica, soprattutto ultimamente e sempre più spesso coi più giovani, puntando il focus su chi decide di compiere atti estremi.  Ma si dà raramente voce a coloro che restano e che devono poi continuare ad affrontare la vita».

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Un insegnamento che tocca nel profondo. «Siamo tutti umani, tutti con le nostre immense e speciali fragilità. Nella condivisione si può creare uno spiraglio per provare a superarle, provando ad appoggiarci alle persone che amiamo fino a scoprire l’amore a noi stessi. Ma la cosa che mi porterò dentro sempre, è quella forza del perdono che spesso viene sottovalutata perché pensiamo che liberi la persona che ci ferisce, quando invece libera noi».

Un progetto per tendere la mano a chi vive un disagio. «Sia Gabri, che ci tiene a dirlo e sottolinearlo, sia io, vogliamo che si sappia quanto sia necessario aiutare le persone che soffrono e quanto una testimonianza, una parola, un gesto di vicinanza può aiutare un’intera comunità».

Edoardo Mario Francese

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