Arrivato a dicembre 2018, in metà campionato ha realizzato 15 reti, quasi tutte con la sigaretta tra le labbra e il drink in mano, proprio perché doveva. Poi al piano di sopra ha raccolto il medesimo bottino già all’alba di febbraio, a conferma che con queste categorie Nicolò Garbuio non c’entra neanche per sbaglio. Ma Checco Maino è da agosto che ne esalta la catarsi. «Fosse stato quello dello scorso anno non l’avrei tenuto nonostante i gol – confida Checco – e invece quest’anno si è calato meravigliosamente nella parte e lo porto ad esempio nello spogliatoio: si batte per quattro, rientra, ripiega, lotta come un gregario qualunque e fa lo stesso sempre gol». Tanto che se manca Battistella il capitano è lui. «Ammetto che quando a fine 2018 sono approdato a Bassano in Prima non ero esattamente al settimo cielo – confessa Nicolò – venivo da tornei di livello superiore e la Prima non la sentivo adeguata. Poi col tempo ho capito l’importanza della piazza, ho apprezzato il calore dei tifosi e ho toccato con mano la progettualità a lungo termine del club, fino a legarmi a questa maglia come una seconda pelle. Ho vinto la scorsa primavera, voglio vincere anche quest’anno e fermarmi qui più stagioni possibili». Gli inizi da mezzala offensiva eppoi da esterno alto, sino a mutare ruolo, non solo atteggiamento in campo: profilo basso e pedalare. «Ero arrivato in C al Sudtirol a 21 anni e invece è saltato tutto in extremis. La mia carriera avrebbe potuto svoltare in quell’attimo». Il babbo è il suo più critico censore. «In effetti non è mai contento – sorride – sostiene sempre che posso fare di più, ma io ringrazio invece i miei che mi seguono sempre». Va sul faccia a faccia imminente. «Dello Schio toglierei tutti perché sono fortissimi e in ogni caso ha ragione “Muna” (Luca, ndr), la partita secca in sé decide poco. Conta soprattutto quello che accadrà dopo. Se sto segnando tanto il merito va ascritto a chi mi mette in condizione di fare gol, cioè i miei compagni. Adesso che c’è anche Bizzotto ci completiamo bene là in prima linea: io più potente e più centroboa, Giulio più sgusciante e tecnico negli spazi. Dei nostri avversari mi ha sorpreso Pilan, forza e qualità. Ecco perché dovremmo salire tutte e due…». •