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DILETTANTI

Fermi tutti, c’è il Covid La pausa si allunga

Ci risiamo. Dopo una prima parte di stagione filata per lo più liscia, la situazione pandemica attuale sta portando i vertici del calcio veneto a decidere per una nuova sospensione dei campionati dilettantistici. Una scelta che era nell’aria già da qualche giorno e che, visti i numeri, è inevitabile da parte della FIGC del Veneto: «Stiamo valutando il da farsi sulla base della curva pandemica – ha confermato Patrick Pitton, vicepresidente vicario del Comitato Regionale –. Sicuramente la ripresa verrà posticipata: avendo gironi da 14 squadre abbiamo una forbice abbastanza ampia per portare a termine i campionati tra aprile, maggio e giugno. Questa è la nostra volontà, stiamo lavorando sui tempi e modalità e nei prossimi giorni comunicheremo alle società il da farsi». Di sicuro c’è quindi che non rivedremo in campo i dilettanti il 9 gennaio, data fissata per la ripresa. Ufficialmente le tempistiche sono ancora da definire, ma si parla di fine gennaio per Promozione, Prima, Seconda e Terza categoria, mentre le giovanili potrebbero riprendere a febbraio. Secondo le indiscrezioni invece il provvedimento non dovrebbe riguardare l’Eccellenza e la Serie D che scenderanno in campo regolarmente, ma questo verrà reso noto solo nel prossimo futuro. «Queste decisioni riguardano i campionati regionali, mentre l’attività d’interesse nazionale avrà il proprio decorso come previsto da calendario – ha commentato a riguardo Pitton –. Noi visti i numeri dei contagi e la situazione delle scuole, ma anche respirando il campo e quello che le società ci stanno dicendo, crediamo sia meglio fermarsi in questo momento per non rischiare oltre e ripartire in tranquillità e serenità garantendo il regolare svolgimento dei campionati. Siamo arrivati al termine del girone di andata e cerchiamo di non sfalsare il ritorno». La decisione presa dal Comitato Regionale Veneto della Lega Nazionale Dilettanti tiene conto di molti fattori che partono dall’evidenza dei numeri e l’aumento dei contagi nel nostro territorio, ma anche dell’umore e da ciò che le società, parti in causa nella questione, stanno vivendo. «C’è paura: l’escalation degli ultimi giorni dai 10.000 ai 37.000 casi ha creato parecchia preoccupazione – ha concluso il consigliere regionale –. Bisogna fare attenzione ed essere consapevoli che siamo dilettanti, il calcio lo facciamo per diletto e quindi la nostra priorità deve essere il rispetto del prossimo e la sicurezza delle persone. Potremo tornare a fare calcio quando la situazione sarà migliorata e avremo le garanzie per farlo nella massima tranquillità per tutti». •. An. Fab. © RIPRODUZIONE RISERVATA