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RUGBY

Zambonin: «È stato il Sei Nazioni più bello di sempre»

Il vicentino, seconda linea della Nazionale italiana, a ruota libera sul torneo appena concluso
A destra il vicentino Andrea Zambonin mentre festeggia con i compagni  ANSA/FEDERICO PROIETTI
A destra il vicentino Andrea Zambonin mentre festeggia con i compagni ANSA/FEDERICO PROIETTI
A destra il vicentino Andrea Zambonin mentre festeggia con i compagni  ANSA/FEDERICO PROIETTI
A destra il vicentino Andrea Zambonin mentre festeggia con i compagni ANSA/FEDERICO PROIETTI

L’Italia del rugby esulta per lo splendido 6 Nazioni concluso dalla Nazionale del neo c.t. argentino Gonzalo Quesada. Tra i protagonisti anche il vicentino Andrea Zambonin, 23 anni, seconda linea delle Zebre Parma con 7 caps all’attivo in azzurro, che insieme ai compagni ha festeggiato le due vittorie ottenute contro Scozia e Galles e il pareggio in Francia. Al termine del torneo l'Italia ha chiuso con 11 punti dietro di una sola lunghezza alla Scozia e avanti di 7 sul Galles, che ha preso il “cucchiaio di legno”. «È stata un’esperienza bellissima - racconta Zambonin - il 6 Nazioni migliore quanto a risultati per l’Italia da quando vi partecipa. Un successo grande per un gruppo secondo me bellissimo e che si è meritato questo splendido traguardo».

Rispetto all’ultima Coppa del mondo cosa è cambiato?
Secondo me c’è stata maggiore consapevolezza della forza della squadra, ma nello stesso tempo la convinzione che è importante rimanere umili. L’unico modo per fare vedere il nostro valore è tramite i risultati e questo è possibile con il lavoro duro e rimanendo con i piedi per terra. Sappiamo dove possiamo arrivare ma è importante non dar nulla per scontato.

Cosa ha portato il nuovo c.t. argentino?
Quesada arriva dopo un processo di ringiovanimento iniziato nel 2020; quei giovani che allora venivano criticati oggi hanno più esperienza e “caps”. E poi passiamo da un neozelandese, Crowley, a un “latino”, molto simile a noi e che forse riesce a trasmettere meglio il suo metodo di loro e i suo valori.

La sfida più tosta

Negli ultimi minuti contro la Scozia lei è stato gettato nella mischia per difendere gli assalti degli Highlanders.
In quei momenti sai che devi dare davvero tutto. Ho cercato di resistere al meglio non risparmiandomi, alla fine abbiamo retto ed è andata bene

Come giudica il suo Sei Nazioni a livello personale oltre che di squadra?
Sono davvero molto soddisfatto, sono sceso in campo in quattro partite su cinque; nell’ultima contro il Galles non sono entrato perché purtroppo sono stato male la notte prima del match. Ovviamente cercherò di essere uno dei punti fermi di questa Nazionale da qui al prossimo futuro, questo è il mio grande obiettivo.

Un gruppo solido

Ha parlato prima dell’importanza del gruppo, come avete reagito alle decisione di Tommaso Allan di prendersi un periodo di pausa?
Gli siamo stati molto vicini, non sono decisioni semplici da affrontare ed è giusto che ognuno faccia le mosse più giuste per se stesso. Lui ha una famiglia con due figli piccoli e giocare in Nazionale toglie davvero tanto tempo ed energie. Gli siamo stati vicini e abbiamo compreso benissimo.

Com’è iniziata la sua avventura nel rugby?
Mio papà Carlo allenava a Vicenza e mio fratello più grande Alberto giocava, quindi son cresciuto in una famiglia in cui si respirava rugby, con mamma Michela e mia sorella. Anna. Da subito mi sono appassionato, ho provato anche altri sport ma la palla ovale è sempre stata la mia passione e il mio grande amore.

Il ricordo più bello

Quest’anno è riuscito a seguire il campionato della Rangers?
Certo, li seguo sempre perché sono molto legato al club con il quale ho iniziato. Si è pagato un po’ il salto di categoria, le altre squadre hanno strutture diverse con bacini di atleti e rose molto più ampie. Sono convinto che molti dei giocatori della Rangers abbiano un livello per poter vincere partite di serie A Elite.

Qual è il suo ricordo più bello di questo Sei Nazioni?
Sicuramente la vittoria contro la Scozia. All’Olimpico c’era un’atmosfera magica, tantissimi tifosi azzurri e il momento dei festeggiamenti subito dopo la fine della partita è stato da pelle d’oca.

 

Antonio Villani

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