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BASKET A2 FEMMINILE

Vicenza, il segreto di Mioni : «Mangiare rigatoni al ragù»

Vicenza l'ha messa al centro dopo la partenza di Angelica Tibè, e adesso Milena Mioni, vent'anni, prodotto del vivaio biancorosso, vuole meritarsi la fiducia. La giocatrice, originaria di Cogollo del Cengio, è un valore aggiunto sotto le plance. «Ma devo migliorare ancora molto nella tecnica, di sicuro la responsabilità di cui mi hanno investita mi dà forza e mi rende orgogliosa». Il Vicenza domenica è rimasto a guardare le avversarie da casa. Doveva giocare contro l'Acciaierie Valbruna Bolzano ma la società altoatesina ha richiesto e ottenuto lo spostamento della gara che verrà disputata il 15 dicembre. Sabato, alle 19, la squadra di Sandro Sinigaglia affronterà in trasferta il Treviso. «Una formazione già incontrata in amichevole - dice Mioni, il pivot titolare di 1 metro e 84 -, che sappiamo come attaccare ma di cui abbiamo grande rispetto. È un campionato equilibrato, non ci sono squadre materasso, tutte giocano col coltello tra i denti e ogni gara fa storia a sè, per vincere bisogna impegnarsi, vendere cara la pelle e non lasciare nulla al caso durante la settimana». Come contro la maglia nera del girone nord Torino, che il Vicenza ha battuto nell'ultimo turno grazie anche alla bella prova di Mioni: 16 punti, 7 rimbalzi in 37' sul parquet. «Con la partenza di Tibè - spiega - ho trovato lo spazio che sognavo qualche anno fa, quando giocando nel settore giovanile andavo a vedermi le partite della prima squadra e speravo potesse arrivare la mia occasione. Ora ce l'ho, sto cercando di lavorare e migliorare il più possibile soprattutto per quel che riguarda la coordinazione e il controllo del mio corpo. Sono convinta che tutto parta dalla difesa e dunque se prima di tutto aiuto la squadra a difendere, è più facile arrivare alla vittoria. Poi la cattiveria, sportivamente parlando, ce l'ho e quando si tratta di catturare un rimbalzo o attaccare il canestro ci metto tutta me stessa. Ma se commetto degli errori sotto canestro mi sento in colpa, per fortuna ho delle ottime compagne. Ci diamo una mano l'un l'altra e poi abbiamo una giocatrice... in più. Lidia Gorlin, con le sue parole, ci trasmette un'enorme carica. Dopo le prime quattro sconfitte e prima di affrontare il Torino, ci ha detto che avevamo comunque vinto e non dovevamo sentirci delle perdenti, perchè anche nelle sconfitte c'è sempre qualcosa di buono da prendere». Mioni, che frequenta l'Università a Venezia (è al secondo anno di Lingue, civiltà e scienze del linguaggio), ama viaggiare ed è legata sentimentalmente ad un ragazzo tedesco, in gioventù praticava il pattinaggio artistico e giocava a pallavolo. «Pattinando mi sono rotta una gamba e avevo bisogno di cambiare aria. Ho conosciuto la pallacanestro grazie ad un corso fatto alle elementari. E ringrazio la mia famiglia, da parte di mamma, che mi ha dato quei centimetri in più per fare tanti canestri». Poi Mioni svela che cosa sta dietro alle sue buone prove: «Un bel piatto di rigatoni al ragù. Quando mangio così, gioco alla grande». E rivela anche come il Vicenza arriva alle vittorie. «Gisel (Villarruel) l'anno scorso si chiudeva in bagno in spogliatoio, prima che l'allenatore entrasse per fare il suo discorso. Ha sempre portato bene e quest'anno la ripropone». 

Marta Benedetti

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