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Domenica la classica

Torna la magia di Cima Grappa dove osò Bartali

La partenza dell’edizione del 2016 della Bassano-Monte GrappaUn’immagine della presentazione della corsa di domenica. CECCON
La partenza dell’edizione del 2016 della Bassano-Monte GrappaUn’immagine della presentazione della corsa di domenica. CECCON
La partenza dell’edizione del 2016 della Bassano-Monte GrappaUn’immagine della presentazione della corsa di domenica. CECCON
La partenza dell’edizione del 2016 della Bassano-Monte GrappaUn’immagine della presentazione della corsa di domenica. CECCON

•• Ci sarebbe da raccontare il ritorno dopo un anno di sosta forzata della storica “Bassano-Monte Grappa” che celebra domenica la sua 78a edizione e continua a tenersi in grande forma. Ma in realtà la vetrina la cattura il Veloce Club Bassano 1892, organizzatore della rassegna e che l'anno venturo saluterà il suo 130° compleanno, una delle società sportive più longeve d'Italia. «Per l'occasione stiamo preparando fra 12 mesi un grande evento che sarà una bellissima sorpresa», anticipa il presidente del sodalizio giallorosso, Enrico Morello. Aspettando una formidabile ricorrenza, nemmeno il presente è da buttare via. Domenica va in scena una corsa riemersa come tanti da un anno di stop e ansie sparse. Il tracciato non muta: 10 giri di circuito cittadino con partenza nella centralissima Piazza Libertà alle 10 eppoi ascesa del Massiccio lungo 27 km di salite e tornanti che premiano da sempre solo i migliori. Lì, oltre quota 1.700 non si bluffa, se hai la gamba tieni botta, sennò stai a guardare e sali a Cima Grappa solo a bordo dell'ammiraglia. «Avremo la nazionale russa, una squadra svizzera e una austriaca per un totale di 130 iscritti, incluso un boliviano che mi dicono fortissimo ad arrampicarsi appena la strada va in pendenza», ragguaglia Morello. L'albo d'oro è da brividi: si va dalle cinque edizioni in sei anni conquistate da Isaia Vidale, asso pigliatutto di Campese dal 1952 al 1957 ai trionfatori quali Fausto Bertoglio e Michele Moro, la promessa della Destra Brenta che nel 1986 mise in riga Gianni Bugno mica un pincopalla qualsiasi. Oppure Ivan Gotti, Gilberto Simoni, Giusvan Piovaccari e l'eccezionale modenese Maurizio Vandelli che aggrediva le salite come viaggiasse in scooter. Uno più bravo dell'altro. E ancora Damianoi Cunego, Fabio Aru e Giulio Ciccone, tutti consacrati poi big acclarati. Ciccone è stato l'ultimo italiano a transitare braccia al cielo sotto lo striscione del traguardo nel 2015. Da allora un lustro di successi di fuorivia. Agli organizzatori e non solo piacerebbe poter applaudire di nuovo un italiano sul gradino più alto del podio laddove nel 1934 (era il 19 agosto) primeggiò un certo Gino Bartali. «Fossi in voi punterei su Tolio, Zambanini e su Alessandro Verre», chiosa Morello.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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