<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Tennis

Sinner, gioiello made in Vicenza. «Ora è pronto per uno Slam»

Il coach vicentino Sartori fu tra i primi a notare il campione: «Aveva 13 anni. Il rovescio era già buono, un po’ meno il dritto»

Chi ha scoperto Jannik Sinner? A contendersi la paternità della scoperta del più forte giocatore italiano del terzo millennio c'è più di qualche illustre talent scout. Di sicuro, agli albori della carriera del fenomeno altoatesino a mettere gli occhi su di lui c'è stato anche Massimo Sartori. Il più illustre coach vicentino in quegli anni lavorava proprio vicino a casa del ventiduenne di San Candido. Il suo primo maestro a Brunico, e questa è storia, è stato Herybert Mayr.

Leggi anche
Finali Atp a Torino: trionfa Djokovic, Sinner ko in 2 set

Sartori: «Mi segnalarono Sinner quando aveva 13 anni»

Il primo contatto con Sartori avviene l'8 novembre del 2014. «Sinner allora aveva 13 anni e mezzo e faceva la terza media – racconta Sartori – a segnalarmelo fu un mio ex allievo, Alex Vittur (amicissimo di Jannik e suo attuale manager) che mi chiese se potevo vedere questo ragazzino. Io ero al torneo Challanger di Ortisei con Andreas Seppi e lo invitai a giocare con noi. Soltanto che Andreas proprio quel giorno aveva mal di schiena così giocai soltanto io. All'epoca ero molto più in forma di adesso e anche più giovane e mi sono divertito molto. La cosa che mi colpì subito è come fosse molto armonioso nei movimenti, colpiva la palla con facilità per essere un bambino. Aveva già un bel rovescio, un po' meno il dritto e serviva con i piedi uniti come Monfils. Poi l'ho fatto venire prima di Natale a giocare con Seppi a Caldaro dove stavamo preparandoci per l'Australia. Vittur mi propose di occuparmi di lui e così lo feci venire a Bordighera dove Sinner arrivo nel settembre del 2015. Inizialmente venne seguito da due maestri giovani con la supervisione di Riccardo Piatti».

Le voci sui dissidi con Piatti

Sulle voci di presunte incomprensioni con lo stesso Piatti nella gestione di Sinner, Max Sartori chiarisce una volta per tutte. «In quel periodo non avrei mai potuto scegliere di allenare Jannik perchè ero legato a Seppi. E finchè Andy avesse continuato a giocare io sarei rimasto con lui che mi aveva dato tanto. Andreas è stata la persona più corretta che avevo conosciuto e mai avrei potuto non esserli io altrettanto con lui. In ogni caso Piatti ha fatto un grande lavoro con lui e il tennis che esprime oggi Jannik su quello che riguardala partita era quello che Piatti pensava sempre. Un tennis sempre in spinta. Adesso si vede che gioca meglio perchè serve molto più fuori utilizzando poi traiettorie e angoli diversi. E qui si vede il lavoro del suo attuale coach Simone Vagnozzi, che è stato un altro mio allievo come Vittur».

Sartori: «Non si poteva chiedere a Sinner di perdere con Rune»

Qualcuno dice che per vincere le Atp Finals, Sinner avrebbe dovuto eliminare Djokovic nel girone perdendo cioè da Rune. «Trovarsi Djokovic in finale è stata la peggior cosa che gli poteva capitare – spiega Sartori – ma a un giocatore non si può chiedere di perdere. Magari a 27 anni questo ragionamento Jannik lo avrebbe potuto fare, ma non adesso a 22, ed è stato giusto che lui vincesse con Rune. In ogni caso con il match del girone vinto dopo tre ore contro Nole, ha dato i primi segnali di come sia pronto a giocare partite lunghe contro giocatori di fascia importante. Il tennis rimane di alto livello, vuol dire che è pronto per arrivare fino in fondo e provare a vincere i tornei dello Slam».

Antonio Simeone

Suggerimenti