<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Ciclismo

Provaci ancora, Samu. E che sia la "Vuelta" buona

Dopo due secondi posti Samuele Battistella punta a vincere una tappa alla Vuelta (Foto Astana)
Dopo due secondi posti Samuele Battistella punta a vincere una tappa alla Vuelta (Foto Astana)
Dopo due secondi posti Samuele Battistella punta a vincere una tappa alla Vuelta (Foto Astana)
Dopo due secondi posti Samuele Battistella punta a vincere una tappa alla Vuelta (Foto Astana)

La condizione non sta mancando a Samuele Battistella nella sua prima Vuelta a España. E neanche l'orgoglio, come si è visto fin qui. Semmai a fargli difetto è stata la fortuna, che dopo una stagione già assai travagliata fra cadute e Covid ancora non sembra essere arrivata dalle sue parti. I due secondi posti collezionati in tre giorni a Cistierna venerdì e a Les Praeres domenica sono a testimoniarlo. Lunedì è arrivato il giorno di riposo che il 23enne corridore di Rossano, iridato under 23 nel 2019 nello Yorkshire, ha sfruttato anche per fare un bilancio della corsa spagnola ai microfoni di BlaBlaBike, il podcast del portale Tuttobiciweb.

«Ho cominciato questa Vuelta con una condizione abbastanza buona - ha spiegato "Batti" - però, non avendo mai fatto un grande giro a tappe quest'anno, mi sento che ogni giorno sto meglio di gamba. Avevo bisogno del giorno di riposo perché nelle ultime tappe ho sempre cercato la fuga buona: ci sono riuscito due volte e di energie ne ho usate tante in questi giorni».

I due tentativi ravvicinati sono arrivati su terreni molto diversi: in una tappa non troppo impegnativa, con una sola salita a metà percorso prima della lunga discesa verso Cistierna (dove a precedere Battistella è stato lo spagnolo della Cofidis Jesús Herrada), e in un vero e proprio tappone di montagna con 3698 metri di dislivello, cinque Gpm e l'arrivo in cima a Les Praeres; e proprio nell'ultima ascesa Battistella si è visto superare dal sudafricano Louis Meintjes, suo ex compagno di squadra alla NTT.

«Sono un corridore che se la cava dappertutto - ha commentato il rossanese - ma purtroppo non sono il migliore dappertutto. In qualsiasi arrivo posso sempre giocarmi il jolly per un piazzamento o cercare la vittoria. Il primo secondo posto è stato un po' amaro perché ho commesso un errore: ho cominciato la volata troppo tardi. Invece a Les Praeres non potevo fare nulla di più, perché Meintjes è uno scalatore puro e c'era poco da fare, lì contavano veramente le gambe. Appena l'ho visto rientrare nella nostra fuga ho capito che sarebbe stato molto pericoloso. Lo conosco bene come atleta e so che in salita è veramente forte; non dico che mi sono rassegnato ma sapevo che era molto difficile batterlo».

Dopo la prima vittoria da professionista alla Veneto Classic (la corsa "di casa" organizzata da Pippo Pozzato che ha debuttato l'anno scorso), Battistella prosegue la rincorsa verso un successo in una gara di livello superiore come la Vuelta.

«Le mie aspettative a inizio stagione erano di vincere almeno una gara World Tour. Poi è stata veramente una stagione difficile; non sono riuscito a rispettare i programmi a causa di cadute gravi o del Covid prima del Tour de France, però penso di avere ancora delle occasioni qui alla Vuelta. La condizione mi sostiene, quindi non mi arrendo ora; la cercherò in tutti i modi questa vittoria».

Con la squadra kazaka dell'Astana («ma per fortuna lo chef è italiano» scherza Samu), l'obiettivo principale della squadra è proteggere Miguel Angel Lopez, attualmente ottavo nella classiifica generale. «In qualche tappa daranno il via libera a me, Nibali e Lutsenko; dove si può arrivare sicuramente cercheremo di entrare nelle fughe. Correre con Vincenzo è un'emozione grande, qui alla Vuelta è anche il mio compagno di camera. Sto cercando di imparare tutto quello che posso nel mondo del ciclismo, nessuno meglio di lui sa darmi consigli. Sto facendo un percorso di crescita con l'Astana, in qualche anno riuscirò a raggiungere il mio top; penso che mi specializzerà nelle corse di un giorno perché non sono uno scalatore puro, però ho la capacità di cavarmela in salita e mi difendo anche a cronometro». Per chiudere un messaggio a chi critica gli attuali risultati dei corridori italiani. «Chi sa di ciclismo capisce che abbiamo bisogno di un po' più di tempo. Non abbiamo ovviamente i fenomeni di 20-21 anni che vincono i grandi Giri, ma ci sono ragazzi della mia età che stanno andando veramente forte e abbiamo del margine di crescita. Quelli che adesso si lamentano dei risultati non saltino sul carro del vincitore tra un paio d'anni quando io e i miei colleghi cominceremo a vincere tante corse».

Suggerimenti