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Rally

Picco finisce la Dakar con una mano rotta

Una frattura al pollice non ha fermato il pilota berico: a 67 anni ha completato la corsa più dura al mondo
Franco Picco ha portato a termine la sua ventinovesima Dakar
Franco Picco ha portato a termine la sua ventinovesima Dakar
Franco Picco ha portato a termine la sua ventinovesima Dakar
Franco Picco ha portato a termine la sua ventinovesima Dakar

Ce lo aveva detto prima di partire: «Alla Dakar conta più la testa e l'esperienza della manetta». Un mantra per Franco Picco, che a 67 anni ha affrontato la sua 29a edizione portandola a termine in sella alla sua Fantic XEF 450 Rally Factory. Quella di quest'anno è stata anche l'edizione più tosta del rally raid più difficile al mondo: chi pensa abbia solcato dune di sabbia dalle temperature incandescenti attraversando l'Arabia Saudita da occidente a oriente si sbaglia di grosso.

A rendere ancora più estrema la Dakar 2023, ci hanno pensato pioggia e freddo, rendendo la corsa difficile soprattutto i motociclisti, che si sono piantati sulla sabbia trasformata in palude. Come se non bastassero le difficoltà affrontate durante le lunghe giornate in sella (partenza prima dell'alba con arrivo nella tarda mattinata), a metà della penultima tappa, Picco nel salto di una duna è atterrato pesantemente e a causa dell'impatto si è procurato una frattura alla base del pollice della mano destra. Proprio quella della manetta. Ma questo non è stato sufficiente per placare l'indomito pilota vicentino che non ha ascoltato il parere dei medici di sottoporsi a un intervento alla mano e così, sospinto anche dalla carica dei sui tifosi che sui social media gli hanno fatto sentire tutta la loro ammirazione, il nr.67 del Fantic Racing Team è riuscito a concludere la Dakar 2023, confermando la 72a posizione dell'anno scorso e chiudendo all'ottavo posto nella categoria Veteran.

«È stata una Dakar davvero dura - ha detto un esausto ma soddisfatto Franco Picco al traguardo - più volte sono stato in difficoltà, ma ho stretto i denti. Il primo obiettivo per me era arrivare alla fine e testare ancora la moto, però con le condizioni climatiche che abbiamo trovato non era facile tenere il ritmo giusto. Da metà gara in poi abbiamo fatto gruppo io e altri piloti italiani: abbiamo viaggiato assieme, aiutandoci nei tratti più difficili, li devo ringraziare! Quando mi sono fratturato il pollice i medici hanno tentato di farmi desistere, ma a due giorni dalla fine, con il traguardo così vicino, ho evitato di ascoltarli: ho sofferto molto ma sono qui, ce l'ho fatta! Sono soddisfatto nel vedere che il lavoro di questi due anni stato trasferito sulla XEF 450 Rally Factory. Devo ringraziare tutta Fantic Motor: i team racing, R&D e i meccanici, hanno fatto un lavoro meraviglioso». .

Alessandro Da Rin Betta

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