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La storia

L’incidente e la paralisi ma Elvio non si è arreso: «Rinato con la marcia»

Tetraplegico, “marciatore” in carrozzina, nonno e organizzatore di eventi sportivi. Stiamo parlando di Elvio Gatto, 67 anni e residente ad Ancignano di Sandrigo dove vive con la sua adorabile moglie Tiziana, che lo accudisce da 33 anni, da quando il marito si è visto costretto a vivere sopra ad una carrozzina, perdendo la sensibilità degli arti inferiori, a causa di un gravissimo incidente automobilistico. 
Ma per qualsiasi persona che subisce un trauma, un incidente, praticare sport rappresenta non solo un obbligo ma anche la possibilità di socializzare e prendere consapevolezza del proprio corpo aumentando l’autostima e il benessere, imparando a fare i conti con una vita che "apparentemente" non è più quella di prima, a causa della tetraplegia, una paralisi che coinvolge più o meno parti del corpo, a seconda del punto in cui s’infligge la lesione. 

La storia «Circa 25 anni fa ho iniziato a frequentare il mondo delle marce non competitive con l’ausilio della carrozzina anche con temperature al di sotto di dieci gradi sotto zero – racconta con emozione Elvio Gatto -, incontrando solidarietà da parte di moltissime persone. Una dimostrazione concreta di come la vita sia un cammino continuo, molto spesso in salita e piena di ostacoli, dove niente può risultare facile, ma anche dove nulla può sembrare impossibile se lo si desidera veramente. Da “normodotato” praticai anche il ciclismo a livello agonistico per quattro anni, utilizzando le marce domenicali come valida alternativa all’allenamento». 
Poi arrivò un grave incidente automobilistico che modificò per sempre la sua esistenza. «Dopo aver lavorato nel mondo della ceramica dal 1970 al 1983, vinsi un concorso nell’86 all’Amcps di Vicenza e ci rimasi fino al 1993. Il 16 giugno del 1989, la mia vita cambiò per sempre a causa di un gravissimo incidente automobilistico lungo la strada Marosticana. Avevo terminato il turno di lavoro alle 2 del pomeriggio. Ricordo che un furgone uscito da un parcheggio privato non mi diede la precedenza; io cercai, con la mia autovettura, di frenare per evitare l’impatto, ma all’improvviso mi trovai in contromano alla sinistra della carreggiata, facendo un frontale contro una autovettura guidata da un farmacista. Non persi mai conoscenza, ma poco dopo mi ritrovai al pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo. Oggi sono contento delle mie attuali condizioni di salute, perché da subito sono riuscito ad utilizzare un nuovo apparecchio denominato “Argo”, in grado di farmi camminare come paraplegico». 

L’adozione Con l’incidente avvenuto poco dopo il matrimonio, è arrivata la grande felicità della vita. Una adozione quasi insperata. «Siamo riusciti ad avviare la pratica di adozione e dopo due anni di attesa è arrivata Carmen, una bellissima bambina romena di 11 mesi, che oggi ha 29 anni. Dall’unione con il suo compagno, sono nati due bellissimi nipotini: Riccardo e Iris». 
Ma la voglia di tornare a sentire il vento nelle braccia non è mai venuta meno. «Dopo il lungo periodo di pandemia che ci ha messo a dura prova, ma che non ha mai intaccato la volontà ferrea di rimettermi in gioco e affrontare nuove sfide, ho ripreso a frequentare le marce con il mio gruppo podistico di Sandrigo sempre accompagnato dai miei due fedelissimi e teneri pastori scozzesi Desy e Just, che con il loro affetto mi donano ogni giorno energia, vigore e sicurezza». 

Nuovo inizio Ma Elvio per scrivere la parola di un nuovo inizio e con lo scopo di aiutare le donne affette dal tumore al seno, aveva organizzato in passato anche la corsa denominata “Il miglio rosa”. «Per quattro anni sono riuscito ad organizzare la corsa podistica “Il miglio rosa”, un percorso unico che partiva da Monte Berico e arrivava al parco di Villa Guiccioli, con lo scopo di diffondere e sensibilizzare le attività della Lilt, dove ogni contributo, anche il più modesto, è stato importante per garantire una prevenzione oncologica, anche grazie ad una media di circa 600 atleti». 

Giancarlo Noviello

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