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Il nuotatore vicentino

I baffi, gli ori e l'Olimpiade. Ceccon: «Parigi sto arrivando»

Thomas Ceccon (Foto ANSA/ANGELO CARCONI)
Thomas Ceccon (Foto ANSA/ANGELO CARCONI)
Thomas Ceccon (Foto ANSA/ANGELO CARCONI)
Thomas Ceccon (Foto ANSA/ANGELO CARCONI)

Il baffo non c’è più, la voglia di vincere e le medaglie restano sempre le stesse. Thomas Ceccon non smette mai di stupire perché se a Budapest vince l’oro nei 100 dorso con tanto di record del mondo, a Roma, davanti ai suoi genitori, porta a casa un altro oro, questa volta nei 50 farfalla per una medaglia comunque storica, essendo la prima assoluta agli Europei del nuoto italiano nella specialità. La testa ora, inevitabilmente, va a Parigi. «Devo vincere ancora i 50 e 100 dorso, poi farò la 4x100 stile e la mista, ma sì l’obiettivo principale senza dubbio è l’Olimpiade. Ci sono tante altre tappe per cui passare nel frattempo, ma quello è l’obiettivo. Sto arrivando», racconta il campione di Schio, il giorno dopo il successo nei 50 farfalla che per Ceccon è di riposo visto anche l’argento conquistato, sempre ieri, nella staffetta mista.

Tutto davanti ai propri genitori, di solito assenti sugli spalti. «Ma non per mia scelta, sono altri i morivi - dice il nuotatore - Ieri sono venuti a vedermi, era la prima volta e questo crea più pressioni perché non volevo far bruta figura davanti ai miei e davanti al pubblico italiano». Quella pressione che Thomas in qualche modo ama perché «riesco a trasformarla in energia positiva». E quando gli chiedono cosa manchi per consacrare una stagione di per sé già trionfale, risponde così. «Fare medaglia in tutte le gare che mi restano qui, anche se la brillantezza un po' manca perché l’obiettivo principale era il mondiale dove ho raggiunto tutto quello che potevo».

E nemmeno la pressione mediatica derivata dai successi sembra scalfire il gigante vicentino. «La mia vita penso non sia cambiata, magari a livello di follower sui social sì, ma non ci faccio caso. Sennò sei troppo attaccato a quelle cose lì, mentre la testa deve rimanere sugli allenamenti che ho sempre fatto a Verona». Il sorriso da guascone, però, resta sempre quello, lo stesso visto a Budapest neanche un mese e mezzo fa «ma i baffi questa volta ho voluto tagliarli, i capelli no e volutamente». Un fatto di scaramanzia, sia chiaro, ma la testa intanto è già avanti, a pensare con quale disciplina potrà stupire ancora in futuro, lui che della polivalenza sta ormai facendo la sua arma migliore.

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