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A Lonigo

Vita da cronista. «Quella volta che spacciandomi per il sindaco incontrai il "Principe" De Gregori»

Francesco De Gregori in concerto a Vicenza (Colorfoto)
Francesco De Gregori in concerto a Vicenza (Colorfoto)
Francesco De Gregori in concerto a Vicenza (Colorfoto)
Francesco De Gregori in concerto a Vicenza (Colorfoto)

Lonigo, 18-12-2009

Si sa che intervistare Francesco De Gregori non è per niente facile. Io ci provo in tutti i modi, appostandomi nel retro palco durante il sound check in attesa del momento buono, ma il Principe è una vera volpe e riesce a farla franca salendo d’un balzo sul pickup nero che lo aspetta sul retro del teatro e sparendo per chissà dove. L’assalto è dunque rimandato alla fine del concerto.

Davanti ai camerini il vice presidente del teatro sta spiegando ai fan che non c’è niente da fare, che i loro blocchetti degli autografi resteranno bianchi anche stavolta. Lo prendo da parte e gli chiedo di fare un ultimo tentativo per la stampa. Lui torna sconsolato: «I giornalisti sono proprio l’ultima categoria di persone che vuole incontrare. Dice che, al massimo, può salutare il sindaco». E qui mi viene il lampo di genio. A Lonigo il sindaco si è dimesso da otto mesi e il Comune è retto da un commissario prefettizio che a quest’ora starà dormendo a casa sua, a Vicenza.

«Digli che il sindaco sono io - propongo al vice direttore -. E, dato che siamo in ballo, mia sorella che smania per un autografo potrebbe essere la first lady e la sua amica Monica, anche lei fusa per il Principe, l’assessore alla cultura». Lo stratagemma funziona e le porte del camerino si aprono miracolosamente per accogliere le “autorità”.

«Buonasera, sindaco, e complimenti per il suo teatro!» esclama De Gregori stringendomi la mano. Visto da vicino, è più lungo e più magro di come appare in scena. Sorride rilassato, felice di incontrarci. Io presento mia moglie e l’assessore alla cultura, che vorrebbero tanto un suo autografo. «Ma ci mancherebbe, ha una penna?».

«Eccola. Sapessi, Francesco, quanti soldi spendiamo per tenere in piedi questo teatro! Ma serate come questa ci ripagano di tutti gli sforzi. Scusa, eh, se ti do del tu, ma siamo coscritti, tutti e due del 1951». «Ah, bene, sindaco, sono contento. Grazie per l’ospitalità. Allora... ciao, viva la classe del 51 e alla prossima!». Beh, pensavo che fare il sindaco fosse più faticoso.

 

Dal libro: “Lo spettacolo continua. Le stagioni del teatro comunale di Lonigo 2003-2013” 

 

 

Lino Zonin

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