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L'intervista

Venere Nemica, il ritorno di Drusilla Foer: «Amore e Psiche non vanno mai d'accordo»

«La mia dea non ne può più essere tale: sta a Parigi, veste Dior ed è affascinata dalle fragilità degli uomini»
Drusilla Foer in versione Venere umana dopo lo shopping a Parigi (SERENA GALLORINI)
Drusilla Foer in versione Venere umana dopo lo shopping a Parigi (SERENA GALLORINI)
Drusilla Foer in versione Venere umana dopo lo shopping a Parigi (SERENA GALLORINI)
Drusilla Foer in versione Venere umana dopo lo shopping a Parigi (SERENA GALLORINI)

L'eterno conflitto tra Amore e Psiche, ma anche l'improbabile bisogno di umanità espresso da una dea. Soprattutto lei, Drusilla Foer, che ha scelto Vicenza per il debutto di "Venere Nemica". Nessuna illusione: il Comunale è da giorni sold out. «Sono contenta ed emozionata - racconta, in vena di confidenze - di partire per questo mappamondo teatrale. Sono soddisfatta e non vedevo l'ora di venire nel mio amato Veneto».

Amore e Psiche. C'è speranza di armonizzarli prima o poi?
Direi che non ce n'è alcuna. Può accadere solo se una coppia decide di mettere sul tavolo tutte le carte, se ognuno è disposto a mostrare i propri punti di forza e di fragilità. Ma a quel punto viene meno la curiosità. Spero accada almeno nella maturità.

Quando l'innamoramento diventa amore?
L'innamoramento, purtroppo, vibra con un'emozione che non ha a che fare con la maturità, mentre l'amore è più ragionevole. L'individuo deve essere disposto a conoscersi, se no non si va da nessuna parte. La povera Psiche è stata al buio, fino a che non ha deciso di illuminare Amore. Ed è iniziata la tragedia. Venere Nemica rappresenta la via per liberarsi dall'ego?Io credo che parli un po' di tutto: delle fragilità deliziose che fanno parte dell'umana stirpe, del valore della morte che dà una brama di vivere che altrimenti non avresti.

Perché Venere mortale?
Perché non ne può più di essere dea. Sta a Parigi, veste Dior, è affascinata dalle fragilità degli uomini.

Cosa la attrae degli umani?
Tutto: emozioni, cadute, pianti, sorrisi, fare l'amore. Tutto quello che è umano a Venere piace. Ho scelto questa favola perché racchiude tutti gli archetipi.

Cos'ha portato Marinelli alla nuova stesura?
Ha trovato un coup di teatro pazzesco. È un uomo di teatro di cui ho totale fiducia. Abbiamo messo in piedi questa Venere in questa stanza, con questo specchio che la riflette. È un personaggio curioso, la viviamo come una donnina ben fatta che si copre le vergogne, in realtà è molto collerica, perché odiata dalle dee e cercate dai maschi. Il suo aspetto è la sua prigionia.

Marinelli ha detto: «Lavorare con Gianluca Gori significa lavorare con l'attore vivente più straordinario del nostro paese. Diretto Albertazzi mi son detto, ok di Giorgio ne nasce uno ogni 100 anni. Mi sbagliavo ne sono nati due».
Non vorrà mica mettermi nella condizione di commentare. Qualsiasi carognata, ma non questa. Io credo sia stato un incontro di destino. A volte si sposa l'uomo o la donna che si ama, ma che non è il nostro incontro di destino. Per me lo è Marinelli, questo bellissimo uomo, molto erotico, che chiede per il teatro, mai per sé. Riconosco in lui un atteggiamento dittatoriale: pretende tantissimo in modo piacevolmente virile. Quella virilità che mi piace perché chiede con gentilezza, ma pretende.

Ha detto che il suo amore per Hans de Foer merita rispetto. Venere le ha fatto tornare la voglia di innamorarsi?
Quel giorno ero particolarmente senza pelle, ma credo che nell'amore, sia per il lavoro, un figlio, un marito e soprattutto per sé stessi debba albergare sempre il rispetto. Anche la memoria merita rispetto. Se uno, da bambino, ha avuto una scatola di matite, quelle grandi di tutti i colori, deve mantenere quell'incanto. Anche gli adulti dovrebbero avere una scatola di matite colorate. Venere guarda alla vita degli umani come a una scatola di matite colorate che non osa toccarle. E sceglie il teatro, il luogo sacro della parola. Sono contenta di fare questo debutto con la gente di Vicenza che in un periodo complesso mi ha fatto capire che io sono un soggetto di teatro.

Anche da web, pare.
Inizialmente vivevo il web come chi dice "no, in barca non ci voglio venire". Poi, quando il mio personaggio è cresciuto, mi sono accorta che venivo ascoltata. Non sono troppo presente. Solo quando ho qualcosa da dire.

Drusilla e Gianluca vanno d'accordo?
Ci sono momenti in cui si tollerano, altri in cui si alleano e momenti in cui una vorrebbe la morte dell'altro e viceversa. Drusilla ha portato tantissimo a quel pover'uomo insopportabile. Le piace perché le assomiglia, pensi che hanno la stessa calligrafia.

Cosa vuole lasciare Venere ai vicentini?
Mi piacerebbe che di tutto il lavoro che abbiamo fatto, rimanesse nel tempo una piccola traccia. Mi piacerebbe seguitare a piacere ai bambini che al mare mi chiedevano quando torna a fare l'Almanacco. Vorrei anche dormire un po' di più e poi voglio il bene delle persone a cui voglio bene.

Marialuisa Duso

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