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Protagonista da 45 anni Gran festa per Furlanetto

Fabio Bonizzoni dirige i Musicali Affetti e il Bonporti Antiqua Ensemble al teatro Olimpico. 	COLORFOTOFederico Furlanetto esordì nel 1974 a Lonigo nel “Rigoletto”
Fabio Bonizzoni dirige i Musicali Affetti e il Bonporti Antiqua Ensemble al teatro Olimpico. COLORFOTOFederico Furlanetto esordì nel 1974 a Lonigo nel “Rigoletto”
Fabio Bonizzoni dirige i Musicali Affetti e il Bonporti Antiqua Ensemble al teatro Olimpico. 	COLORFOTOFederico Furlanetto esordì nel 1974 a Lonigo nel “Rigoletto”
Fabio Bonizzoni dirige i Musicali Affetti e il Bonporti Antiqua Ensemble al teatro Olimpico. COLORFOTOFederico Furlanetto esordì nel 1974 a Lonigo nel “Rigoletto”

Eva Purelli VICENZA Ferruccio Furlanetto, nato a Sacile nel 1949, è un basso italiano famoso a livello nazionale ed internazionale. Il suo repertorio spazia dalle composizioni del tardo barocco a opere moderne sostenendo sia parti di basso baritono sia di basso profondo. La sua performance accompagnato al piano da Natalia Sidorenko concluderà stasera alle 21 all’Olimpico l’edizione 2019 del festival Vicenza in lirica, che culmina nell’assegnazione del Premio per i suoi 45 anni di carriera. Maestro Furlanetto, lei ha debuttato a Lonigo. Serve ancora iniziare una carriera nei piccoli teatri di tradizione? Vinsi a Lonigo nel 1973 il Concorso per voci liriche, e il 19 marzo 1974 feci il debutto nel Rigoletto come Sparafucile, in un cast fra cui c’era Bordoni. È ancora l’ideale iniziare in un teatro piccolo, aiuta i giovani ad affrontare anche delle incognite. Dopo aver cantato in tutto il mondo e coi maggiori direttori e le migliori orchestre, ha ancora voglia di cantare? Certo. Per fortuna ho questo privilegio, anche perché non ho problemi di salute. Ho cantato con grandissimi direttori, ho avuto al mio fianco importanti registi, ho fatto i ruoli che amavo di più. Ma se dovessi iniziare oggi… non vorrei. Perché? Cosa può spaventare un giovane cantante oggi? Purtroppo oggi la maggior parte dei registi conosce poco il mondo dell’opera e del belcanto e magari opta per delle scelte poco consone in scena. È un peccato, così non si valorizzano i talenti. Chi l’ha indirizzata alla lirica? Il mio bisnonno mi faceva cantare da piccolo delle arie d’opera da tenore, ma i miei esordi sono stati negli anni Sessanta nella musica leggera. Ho cantato in gruppi pop, ho suonato la chitarra elettrica, sono andato in finale a Castrocaro. Poi ho deciso di passare alla lirica. Non rimpiango nulla del passato, se la musica è bella ed è fatta bene è sempre emozionante e serve per fare esperienza. Aver frequentato il mondo della musica leggera mi è servito molto per avere un rapporto diretto con il grande pubblico. Come ha pensato di formulare il programma di questa sera? Il recital è il racconto in musica della mia carriera, che è lunga e ricca di soddisfazioni, ma anche eterogenea. Ci saranno delle arie con cui ho iniziato la mia attività liederistica negli anni Novanta, ma ci saranno anche dei Lied di Brahms, che non ho mai portato in pubblico. Che consiglio darebbe ad un giovane cantante? In Italia per fortuna ci sono tanti teatri importanti ma anche di tradizione. C’è perciò la possibilità di iniziare una carriera se un giovane ha volontà di impegnarsi, poi però consiglio di andare anche all’estero. Per fare carriera bisogna avere testa, assecondare la propria natura ma avere molto self-control. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Eva Purelli

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