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L'intervista

Pamela Villoresi: «Sulla mia pelle arde Frida Khalo. E... Viva la vida quando c’é poesia»

Sono due le star protagoniste questa sera al teatro Comunale Verdi di Lonigo del secondo appuntamento in cartellone per la stagione di prosa.  Una, in carne e ossa, è Pamela Villoresi, attrice di lungo corso in teatro, cinema e tv, un nome di spicco nel mondo artistico nazionale. L’altra, rievocata e virtuale, è Frida Khalo, autentica icona dell’arte centro americana, personaggio inquieto e controverso la cui vita ha ispirato pittori, poeti, attori e cineasti.
Dalla fusione di due identità così forti nasce “Viva la vida”, monologo con musica (e altro) che il regista Gigi De Luca ha ricavato dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci curandone l’adattamento per la scena.
Inizio della recita alle 21 precise. Biglietti disponibili, prenotabili con mail a biglietteria@teatrodilonigo.it 
Chiediamo alla 64enne attrice toscana qualche anticipazione sullo spettacolo.
«Sentendo vicina la fine della sua tribolata esistenza – racconta Pamela Villoresi - Frida si confida con la cantante Chavela Vargas, sua ultima storia d’amore, rappresentata in scena da Lavinia Mancusi che ne interpreta i brani più famosi. I ricordi della pittrice suscitano delle immagini fantasiose che la body painter Veronica Bottigliero dipinge sulla mia pelle. Emergono così le suggestioni visive di una vita straordinaria, segnata da un grave incidente che il 17 settembre 1925 rese invalida Frida quando aveva appena 18 anni. Sul mio corpo appaiono fiori, foglie, rami spinosi e le immagini delle persone lei che ha amato, a iniziare da Diego Rivera.

Questo grande pittore messicano rappresentò per Frida il tormento e l’estasi. Che immagine ne emerge dal testo di “Viva la vida”?
Quella che si ricava da una serie di battute dettate dallo spirito ironico che Frida conservò nonostante la sua infelice condizione di invalida e di donna tradita. Lei definì Rivera “il secondo incidente della mia vita”, tanti furono i contrasti nati dalla tempestosa unione di due persone così straordinarie. Diego era un baro in amore e Frida si consolava diventando amante delle conquiste del marito. “Tanto – commentava divertita – abbiamo gli stessi gusti”.

Una coppia aperta, insomma, di un genere che, anche un secolo dopo, viene accolto con molte riserve. E che dall’intolleranza passa facilmente alla violenza, come accade sempre più spesso. Ha seguito l’ultimo episodio che ha coinvolto la telecronista molestata?
Certo, e sto dalla parte di chi condanna severamente il gesto. È vero che non si tratta di una cosa gravissima ma è giusto farne un caso, perché un comportamento di questo tipo è il primo indizio della presunzione secondo la quale una donna è sempre a tua disposizione, sia per metterle una mano sul sedere, sia per spararle. Parlarne così a lungo, magari anche esagerando la portata intrinseca di quanto accaduto, significa ribadire il concetto di inviolabilità del corpo - e quindi della dignità - di un’altra persona.
 

Sarà la poesia – espressione artistica che lei ha dimostrato di prediligere rappresentandola in numerosi recital – a salvarci?
Visto che la bellezza la stiamo distruggendo, conviene senz’altro affidarsi alla poesia e alla cultura. Se si tiene allenato il pensiero è più difficile scivolare nell’abisso di cretineria in cui sembra di sprofondare la nostra società. È un’impresa complicata ma non dobbiamo arrenderci.

Lei in carriera ha lavorato con i più grandi attori e registi in teatro, cinema e tv. Da qualche anno è anche direttrice del teatro Biondo di Palermo. C’è un aspetto della sua attività che preferisce?
Ho avuto la fortuna di incrociare dei giganti dell’arte scenica e non posso che ringraziare il cielo per le opportunità che mi sono state offerte. Ho esordito in teatro con Giorgio Strehler, ho girato una serie tv con la regia di Anton Giulio Maiano e nel cinema ho incontrato Paolo Sorrentino e vinto assieme ai colleghi il premio Oscar con “La grande bellezza”. Direi che non posso proprio lamentarmi.

E da responsabile del teatro Biondo, l’ente di elezione di Emma Dante, come va?
Emma è un genio assoluto e produrre i suoi spettacoli è un privilegio e una gioia.

 

Lino Zonin

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