Luca Bergia, 54 anni, ex batterista e tra i fondatori dei Marlene Kuntz, band iconica del rock italiano, è stato trovato senza vita questa mattina (giovedì 23 marzo) nella sua abitazione di Cuneo. Aveva suonato nei Marlene dal 1989, anno di nascita del gruppo che aveva contribuito a fondare assieme a Riccardo Tesio.
Nel 2020 la decisione di abbandonare la band per dedicarsi all’insegnamento, assumendo l’incarico di professore di Scienze alle scuole medie di Madonna dell’Olmo di Cuneo e Chiusa Pesio. Nello stesso anno aveva superato anche un difficile momento dopo aver contratto il Covid. Lascia due figli Tommaso e Alessandro e due fratelli.
Fondatore dei Marlene Kuntz
Luca Bergia, con il chitarrista Riccardo Tesio, è stato il fondatore nel 1988 dei Marlene Kuntz. Inizialmente i due si trovavano regolarmente con vari amici musicisti a provare proprio a casa di Bergia. Poco dopo, nel 1989, si aggiunse il chitarrista e cantante Cristiano Godano, con la band che da lì a poco spiccò il volo, diventando uno dei gruppi più importanti della scena rock italiana. L'ultimo album registrato con la band era stato "Lunga attesa", del 2016. Nel 2020, dopo dieci album in studio e centinaia di concerti, la decisione di lasciare la band, venendo sostituito dietro i tamburi da Sergio Carnevale, già batterista dei Bluvertigo.
L'addio alla band e la scelta dell'insegnamento
Qualche tempo fa Bergia aveva spiegato in un lungo messaggio sul suo profilo Facebook i motivi del suo addio alla band. «Sono uscito da quel tour (il tour celebrativo del 2019 per i trent'anni di carriera della band, ndr) letteralmente spossato, spaesato, privo di energie mentali e creative. Avevo necessità di staccare la spina e prendermi un anno di stop (che poi sarebbero diventati due) per rimettermi in sesto sia fisicamente che psicologicamente: questa l’origine dei generici “motivi personali” che vi comunicammo all’epoca. Avevo bisogno di tempo e giusta calma per poter rispondere alle inattese domande che si facevano sempre più pressanti e urgenti alla mia mente. E quando i miei fratelli di vita mi chiedevano se ci sarei stato o meno per lavorare al nuovo progetto rispondevo in questi termini, denunciando il mio smarrimento. Ma quasi subito ho risposto di no. E ringrazio Cristiano e Riccardo che hanno capito e permesso di mettere tutto in stand by per concedermi del tempo che fosse solo mio». «Non ci sono mai stati contrasti artistici tra di noi, come magari qualcuno di voi avrà immaginato, alla base di questo mio stop», precisò Bergia. Che decise poi di darsi all'insegnamento, provando «una sensazione piacevolmente catartica, di rinascita. E sinceramente è un po’ quello che vorrei fare nel mio futuro a breve termine».