<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Al teatro Comunale

La felicità è... il ritorno di Simone Cristicchi che incanta il pubblico

Simone Cristicchi al teatro Comunale di Vicenza (Foto Colorfoto)
Simone Cristicchi al teatro Comunale di Vicenza (Foto Colorfoto)
Simone Cristicchi al teatro Comunale di Vicenza (Foto Colorfoto)
Simone Cristicchi al teatro Comunale di Vicenza (Foto Colorfoto)

Cos'è la felicità? La risposta, ancor prima che la domanda sia posta da Simone Cristicchi, sta nel caloroso saluto che, appena si apre il sipario, l'artista romano fa agli spettatori: «Bentornati a teatro». Il pubblico del Comunale è quello delle grandi occasioni, quello che ha voglia di ritornare a sedersi sulle poltrone di velluto rosso, sabato occupate quasi completamente, e poco importa se i lavori appena iniziati che precludono l'accesso al parcheggio di via Framarin obbligano a posteggiare più in là, se c'è da fare una lunga fila per il controllo del green pass, se bisogna tenersi il cappotto in grembo perchè, sempre causa Covid, il servizio di guardaroba è sospeso. La felicità è essere tornati a teatro. E poi, vogliamo mettere aprire la stagione di prosa con Simone Cristicchi in prima regionale? Con quell'autore, attore e musicista che con il Vicentino ha oramai un legame strettissimo, con ripetuti successi a Schio, Montecchio e Arzignano, oltre che a Vicenza, nei cui teatri ha portato "Il secondo figlio di Dio", "Manuale di volo per uomo", "Esodo" e soprattutto "Magazzino 18"? Anche questa volta Cristicchi non ha deluso, e con "Alla ricerca della felicità" ha nuovamente stregato il pubblico, che alla fine lo ha premiato acclamandolo in piedi.Un tema difficile anche solo al pensiero da che parte prenderlo, quello della felicità. Eppure l'artista romano l'ha affrontato con quella semplicità e quella delicatezza che gli sono peculiari, con quella visione poetica e profonda che è oramai la sua cifra artistica.

Ecco allora che Cristicchi, da solo su un palco completamente buio, vestito di rosso con accanto la chitarra e illuminato solo dalla luce che scende dall'alto di un unico faro bianco, sviluppa il suo discorso elencando e spiegando le sette parole che secondo lui rappresentano i pilastri della felicità. "Attenzione, lentezza, umiltà, cambiamento, memoria, talento, noi" diventano così il telaio sul quale l'artista fissa la trama e l'ordito del suo pensiero a sorreggere il suo concetto di felicità. Per ognuna di queste parole vi è una descrizione, un aneddoto, una riflessione, una poesia: non mancano, adeguatamente inseriti, brani musicali storici del cantattore romano, come "Lo chiederemo agli alberi", nel cui finale è accompagnato dal coro del pubblico, o "Ti regalerò una rosa" con cui vinse Sanremo nel 2007, fino alla struggente "Abbi cura di me".

Ancora una volta il Cristicchi artista attinge dal Cristicchi uomo, senza la paura di mettersi a nudo raccontando di sé, dei suoi familiari, dei suoi amici, delle sue esperienze, come un Re Mida della sensibilità e della delicatezza, che trasforma in poesia qualsiasi tema tocchi, facendo emergere gli aspetti più interiori, intimi e profondi dell'animo umano. Anche con "Alla ricerca della felicità", da lui scritto oltre che interpretato, dunque, Cristicchi centra il bersaglio, facendo riflettere, commuovere ma anche sorridere: un istrione dei sentimenti tradotti in scrittura teatrale. Ancora una volta il pubblico vicentino ha affollato la sala maggiore del Comunale quasi a esaurirne i posti e alla fine, in piedi, ha tributato una vera e propria ovazione, segno evidente che anche questa volta quell'artista, solo sul palco con la sua voce e la sua chitarra, ma soprattutto i suoi sentimenti, ha colpito dritto al cuore.

Paolo Rolli

Suggerimenti