La caccia a un leggendario elisir magico inventato addirittura da Leonardo Da Vinci e un matrimonio che «non s’avrebbe da fare», contro il quale si cerca di mettere in campo proprio l’antica pozione. Ma poi entrano in gioco antidoti, equivoci e goffaggini varie: il divertente pasticcioè assicurato, le risate, secondo la produzione, anche.
Il succo del film
È questo, a grandi linee, il succo del film “L’elisir di Leonardo e la banda del Buffardello”, in lavorazione anche nel Vicentino. Si tratta del seguito de “La banda del Buffardello”, programmato l’anno scorso nel palinsesto di Amazon Prime con la regia di Mario Chiavalin e l’organizzazione di AppMovie. Un’altra commedia «come una volta», spiegano gli autori, accostabile a un cinepanettone sebbene l’uscita sia prevista a febbraio dell’anno prossimo.
Il cast
Nel cast ritornano Pippo Franco, Maurizio Mattioli e Salvatore Misticone, nomi storici del cinema leggero italiano, già protagonisti del primo film, e si aggiunge Sergio Vastano, il “bocconiano” di Drive In. La bella di turno è Erika Franceschini, già finalista a Miss Italia. L’“operazione nostalgia” ha avuto nei giorni scorsi uno dei suoi centri sui colli di Isola Vicentina: alcune scene sono state girate all’albergo ristorante Torre. Tra esse, il matrimonio della figlia di Mattioli - avversato di da quest’ultimo - con un rapper-sosia di J-Ax degli Articolo 31 e il successivo ricevimento. Le riprese sono state effettuate la sera di un particolare evento gastronomico che ha così offerto ai commensali la possibilità di figurare come comparse nel film.
La trama
«A differenza della prima pellicola, imperniata su una maxitruffa, questa volta la banda del Buffardello non vorrebbe raggirare nessuno, anche se il lupo perde il pelo ma non il vizio - anticipa Chiavalin, trevigiano di origine, un passato di nuotatore agonisticoo, ora instancabile autore di lungometraggi -. Ma anche qui le sorprese saranno all’ordine del giorno».
Location vicentina, ma non solo
Oltre che nel Vicentino, si è girato tra Padova e Rovigo. Ma com’è stata scelta la location berica, incantevole ma decisamente poco conosciuta nel mondo dello spettacolo? Il caso, davvero, ci ha messo lo zampino: «Ero a cena a Padova con mia moglie, ho riconosciuto il cast seduto al tavolo accanto e mi sono presentato - spiega Francesco Bianchi, socio della Torre insieme a Roberto Corato -. L’indomani sono saliti tutti a trovarmi e si sono innamorati del posto. Poi mi hanno comunicato il giorno fissato per le riprese: coincideva con una serata che avevamo organizzato da tempo, ma abbiamo pensato che sarebbe stata un’esperienza ancora più stimolante».
L’evento in questione è stata una sfida, o meglio una staffetta di “fine dining” tra gli chef del ristorante e i barman di Enjoy-Artigiani del bere arruolati dal distillatore Marco Schiavo, che con i suoi prodotti Gajardo ha fatto abbinare un cocktail speciale a ciascuna pietanza del ricercato menu. Un’altalena di sapori molto gradita anche dal cast, intervallata dai ciak tra i tavoli degli “invitati” e intorno a quello degli “sposi” che alla fine con il loro amore hanno rabbonito anche gli scettici parenti.