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Io, da Lonigo a Hollywood fra Dracula, Batman e Dumbo rendo visibile l’ immaginario

Borrelli sul set in una pausa di “The Recall” con Wesley Snipes  La carrozza che avanza nella neve all’inizio del film “The Hatefull Eight” di Tarantino: il bozzetto è realizzato da Mauro BorrelliDumbo in catene e in lacrime: un altro disegno del leoniceno Il concept artist leoniceno con il regista Terry Gillian
Borrelli sul set in una pausa di “The Recall” con Wesley Snipes La carrozza che avanza nella neve all’inizio del film “The Hatefull Eight” di Tarantino: il bozzetto è realizzato da Mauro BorrelliDumbo in catene e in lacrime: un altro disegno del leoniceno Il concept artist leoniceno con il regista Terry Gillian
Borrelli sul set in una pausa di “The Recall” con Wesley Snipes  La carrozza che avanza nella neve all’inizio del film “The Hatefull Eight” di Tarantino: il bozzetto è realizzato da Mauro BorrelliDumbo in catene e in lacrime: un altro disegno del leoniceno Il concept artist leoniceno con il regista Terry Gillian
Borrelli sul set in una pausa di “The Recall” con Wesley Snipes La carrozza che avanza nella neve all’inizio del film “The Hatefull Eight” di Tarantino: il bozzetto è realizzato da Mauro BorrelliDumbo in catene e in lacrime: un altro disegno del leoniceno Il concept artist leoniceno con il regista Terry Gillian

Lino Zonin LONIGO Mauro Borrelli vive da trent’anni a Los Angeles, dove si è affermato nel mondo del cinema come concept designer, produttore e regista. Torna ogni anno a Lonigo, da dove è partito, per incontrare i parenti e salutare gli amici che seguono con interesse la sua carriera. «Ho lasciato la mia città per andare a Roma quando avevo poco più di vent’anni – spiega il 59enne artista leoniceno –. Dopo la solita gavetta che deve fare un provinciale per farsi largo negli ambienti metropolitani, sono entrato nel cast tecnico di “Le avventure del barone Munchausen” che il regista Terry Gilliam stava girando a Cinecittà. Poco dopo, sul set de “Il padrino – Parte III”, ho incontrato Francis Ford Coppola che mi ha ingaggiato nella sua factory di Napa Valley, California. Arrivato a Los Angeles, ci sono rimasto». In cosa consiste il lavoro di concept artist? “Nel rendere visibile l’immaginario del film, nell’ideare assieme al regista i set, i fondali, le scene e gli effetti speciali da realizzare. Sulla base delle immagini disegnate, la produzione sceglie i materiali e le risorse da impiegare, formula il budget e dà il via operativo al progetto. Qualcuno ricorderà l’albero vivente di “Sleepy Hollow”: ebbene, quello l’ho creato io per Tim Burton, grande regista e abilissimo disegnatore con il quale sono immediatamente entrato in sintonia. Quali altre collaborazioni del genere ha avuto in seguito? Molte e molto importanti: “Dracula”, sempre con Coppola, “Il ritorno dello Jedi” di Richard Marquand, “Batman Forever” di Joel Schumacher e le prime puntate di “Pirati dei Caraibi”, un fortunato serial per il quale ho disegnato le navi. Recentemente sono tornato a collaborare con Tim Burton, per il quale ho prodotto i bozzetti di “Dumbo”, e sono entrato in contatto con Quentin Tarantino in “The Hatefull Eight”. La carrozza che avanza nella neve all’inizio del film e la stazione di posta “L’emporio di Minnie” li ho disegnati io. Vivendo immerso in un ambiente così stimolante, le è venuta la tentazione di passare dietro la macchina da presa? Certo, se ami questo lavoro il salto alla regia diventa quasi inevitabile. Ho iniziato all’inizio degli anni Duemila con un paio di film a basso costo, “Goodbye, Casanova” e “The Ghostmaker”, e nel 2017 ho scritto e diretto un lungometraggio più ambizioso, “The Recall”. È un thriller di fantascienza interpretato da due attori di rilievo come Wesley Snipes, che si è impegnato anche come produttore, e RJ Mitte. Un’altra interessante opportunità mi è stata offerta dalla ditta Salvatore Ferragamo, per la quale ho realizzato “White Shoe”, un cortometraggio che racconta in versione fiabesca la carriera del fondatore della famosa casa di calzature. Il film è stato proiettato per un anno al museo Ferragamo di Firenze e ha partecipato alla selezione per l’Academy Awards. Ci sono altri progetti in cantiere? Sarò in Lettonia fino a marzo per le riprese del mio ultimo film, che si intitolerà “War Hunt”, una storia ambientata nella seconda guerra mondiale. Un plotone di soldati americani in missione nella Foresta Nera incontra tre streghe: un intreccio a metà strada tra “Macbeth” e “Predator”. Nel cast figura una vecchia gloria dello star system americano: Mickey Rourke. Si è ripreso dai problemini avuti negli ultimi tempi e adesso sta bene e non vede l’ora di lavorare con noi. Come vive un leoniceno nel mondo dorato di Hollywood? Dandosi da fare e correndo di qua e di là, con entusiasmo e costanza, nella consapevolezza di avere a che fare con un ambiente molto esigente e che non fa sconti. In America il cinema è un’industria seria, occorre essere precisi e rispettare strettamente le regole fissate dai produttori e dai sindacati che tutelano le diverse figure lavorative. Per un italiano, specie se ha un animo da artista, non è facile adattarsi. Ma se il talento c’è qui puoi trovare chi lo apprezza e, usando la più stereotipata delle espressioni, sa trasformare il tuo sogno in realtà. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Zonin

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