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A Lonigo

Così "Giselle" balla per l'Ucraina: il romanticismo vola sulle punte. E alla fine è standing ovation

I danzatori dell'Opera Nazionale Ucraina provenienti da Kharkiv, Leopoli, Odessa con la bandiera della loro Nazione aggredita dalla Russia (Foto LUCA ARMELLINI)
I danzatori dell'Opera Nazionale Ucraina provenienti da Kharkiv, Leopoli, Odessa con la bandiera della loro Nazione aggredita dalla Russia (Foto LUCA ARMELLINI)
Teatro di Lonigo in piedi dopo l'esibizione del balletto ucraino

Lonigo, Ucraina. Il cuore della cittadina berica batte per la terra martoriata da "Ras-Putin". E in una sera il Teatro Comunale palpita attraverso un crescendo di emozioni, lacrime e romanticismo. In una finestra della facciata del teatro intitolato a Giuseppe Verdi, la bandiera coi colori nazionali ucraini. Il giallo e il blu sono un po' ovunque, nelle luci interne dei palchi o negli addobbi floreali. Ma è alla fine dello spettacolo che la grande bandiera nazionale ucraina prende il posto d'onore, esposta dai due primi ballerini sul palco. E tutto il pubblico si alza in piedi mentre i ballerini, che sono in tournée dall'inizio del conflitto, cantano posando la mano sul cuore.

L'evento unico voluto dal Comune di Lonigo con il Teatro Comunale in segno di solidarietà doveva essere la messa in scena del balletto 'Il Lago dei Cigni' su musiche di Cajkovskij e sarebbe stato meraviglioso se la cultura avesse prevalso sulla politica. Ma una telefonata sopraggiunta nel pomeriggio da parte del Ministero della Cultura ucraino e dalla Opera Nazionale di Stato ha intimato agli artisti di fermarsi e di rinunciare al titolo in programma, poiché Cajkovskij, si sa, era russo. Sostituzione con 'Giselle', cavallo di battaglia di Carla Fracci capolavoro del balletto classico-romantico del 1841, scritto un anno dopo la nascita di Cajkovskij, da Theophile Gautier con musiche di Adolphe Charles Adam e Jean Coralli. Il cast è lo stesso, con i ballerini dell'Opera Nazionale Ucraina, del Teatro di Odessa, di quello di Kharkiv e dell'Opera Nazionale di Leopoli. Le stelle che volano sulle punte sono Olga Golytsia, solista dell'Opera Nazionale, diplomatasi a Kiev, esile libellula dal sorriso triste e Iurii Kekalo, ora ballerino solista della Hungarian Opera State, anch'egli proveniente dalla Scuola del balletto di Kiev: giovane atletico e intensamente espressivo. Non hanno rispettivamente impersonato Odette-Odile e il Principe Sigfrid, ma Giselle, l'ingenua contadinella e il guardacaccia Hilarion. La saga delle Villi, altro nome con cui il titolo è noto, narra della mitologia slava in cui gli spiriti di giovani fanciulle, morte infelici perché abbandonate prima del matrimonio, vagano folli in cerca dei loro traditori spingendoli a ballare fino a cadere sfiniti. Ancora una volta il binomio amore-morte avviluppa movenze, pirouettes, pas à deux e 'a soli' che sfidano caviglie minute e forze gravitazionali. Riferimenti della letteratura coreutica che richiamano alla cruda realtà odierna di morte e desolazione in questo lembo dell'Europa dell'Est.

All'inizio dello spettacolo la manager della Compagnia Natalia Iordanov spiega commossa il perché del cambio del titolo, ricordando che «non odiamo Cajkovskij, ma la scelta è ormai politica» e allude ai disordini recenti avvenuti a Napoli, quando in scena ballavano ucraini e russi (e comparve la 'Z' russofila). A fine spettacolo sul palco la commozione sovrasta gli interventi del sindaco Giacomello, dell'assessore Bellieni, della presidente Bedeschi che ricorda «quante persone discrete ucraine sono fra noi». Sono stati raccolti circa 9mila euro e l'intero ricavato della serata servirà per comprare dei medicinali da portare subito in Ucraina. «Nemmeno un euro della vostra generosità, dice il sindaco di fronte al teatro al completo, andrà sprecato». Un monito alla libertà e al valore europeista ribadisce l'assessore Bellieni e gli omaggi di Lonigo alla Compagnia non sono solo una targa, un gagliardetto, i libri sugli eventi teatrali di Lino Zonin loro consegnati a fine spettacolo, ma una mano tesa e un cuore aperto.

Eva Purelli

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