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LA RECENSIONE

Tutte le donne di Marnier in un thriller alla Chabrol

Sbarca in sala «L'Origine du mal» con Laure Calamy
I protagonisti di «Un vizio di famiglia» del francese Sébastien Marnier
I protagonisti di «Un vizio di famiglia» del francese Sébastien Marnier
I protagonisti di «Un vizio di famiglia» del francese Sébastien Marnier
I protagonisti di «Un vizio di famiglia» del francese Sébastien Marnier

Certo, fare un film alla maniera di Chabrol, punte amarissime, retrogusto agrodolce, è impresa decisamente ardua; sta di fatto che Sébastien Marnier ha seguito le orme del grande maestro francese allontanandosene solo per sparigliare le carte e macchiarle con qualche goccia di sangue thriller in stile hollywoodiano. Se non si fosse intitolato in francese «L’Origine du mal» («Un vizio di famiglia» nella versione italiana), il film di Marnier avrebbe benissimo potuto intitolarsi «Un affare di donne» e rendere così compiuto e dovuto omaggio a Chabrol.

In effetti l’unico uomo del film, un ricchissimo industriale, vecchio e con qualche problema di cuore, resta nella mente come emblema drammatico del maschio alfa azzannato ai garretti dalle sue donne: la moglie, la figlia, la nipote e l’ultima arrivata, Stéphane, colei che ci guida in un nodo di vipere famigliare. Sembra di sentire l’eco del grido di André Gide, «famiglie vi odio!», perfidamente superato dalle parole della più piccola delle donne: «La famiglia è la cosa peggiore: è come un veleno nel sangue, ti contamina». Da ultima arrivata Stéphane (la stupefacente Laure Calamy), operaia in una fabbrica di conserve e frequentatrice del carcere di Toulon - il film è ambientato in Costa Azzurra, a Hyères -, avrà decisamente l’ultima parola, quella che metterà fine a una vicenda di furti d’identità e riconoscimenti non priva di suspense; una suspense servitaci da Marnier con una messa in scena di calmo, ponderato cinismo.

È sull’onda dello sguardo naif e sorridente di Stéphane che entriamo nella famiglia e nella lussuosissima villa di Serge, il patriarca, abbandonato dall’unico figlio maschio, sparito nel nulla. C’è un’ultima carta da giocare per Stéphane, un destino da compiere.

Fausto Bona

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