È stata una delle sorprese dell’ultima notte degli Oscar, premiato tra gli applausi del Dolby Theatre di Los Angeles come miglior cortometraggio documentario. «Raghu, il piccolo elefante» («The Elephant Whisperers»), di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga, arriva direttamente dall’India - altro mercato da monitorare attentamente in ottica futuri equilibri dell’immaginario globale - e di recente è sbarcato su Netflix anche in Italia (il gigante mondiale dello streaming ci ha messo pure i quattrini, finanziando il progetto e curando la produzione).
Quaranta minuti in tutto che riempiono gli occhi e il cuore. Protagonisti un cucciolo rimasto orfano troppo presto e due custodi di elefanti, Bomman e Bellie, una singolare coppia di «outcast» che lavora nel parco nazionale di Mudumalai e che ha un carico extra di sofferenza e di dolore da portare sulle spalle (lui è stato attaccato da un elefante adulto e ormai riesce a rapportarsi solo con i piccoli, lei ha perso il marito e la figlia). Prevedibile il mix di tenerezza e ambientalismo melò, al quale però non si riesce davvero a resistere. Lu.Ca.