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Schermi & visioni

Da Jarmusch e Reichardt al Wong Kar-wai «tradito»

Solo gli amanti sopravvivono
Jim Jarmusch (2013)
Ognuno ha il suo Jarmusch del cuore. Chi dice «Paterson», chi vota per «Broken Flowers», chi si butta con entusiasmo su «Ghost Dog» (lo trovate su Mubi), chi torna indietro ai tempi di «Dead Man» o addirittura a quelli di «Down by Law»: c’è un Jim per tutte le anime e per tutti gli immaginari. Compresa la versione un po’ dandy e un po’ horror di «Only Lovers Left Alive» (lo trovate su Prime). Una storia d’amore, in fondo, un doppio filo rosso sangue che lega attraverso i secoli i destini dei non morti Eve, una strepitosa Tilda Swinton, perfetta nel ruolo della nipotina pallida di Nosferatu, e Adam, un altrettanto fascinoso Tom Hiddleston (il futuro Loki del pianeta Marvel). Jarmusch gira un film di vampiri ma ci mette dentro tutto il suo mondo visionario, musiche comprese, per un racconto sulla solitudine, sul sentirsi ai margini, sulla stupidità degli umani-zombie, che culmina in un finale perfetto. Voto: 8.

In the Mood for Love
Wong Kar-wai (2000)
Un motivo ci sarà di sicuro: questione di diritti, forse, o di qualche altro impiccio. Non credo che dalle parti di Rai Movie si divertano a farsi del male da soli. E ci sta anche il grazie per avere messo in catalogo quel capolavoro totale di «In the Mood for Love», a portata di mouse gratuito. Ma ciò non toglie che sia un vero peccato, un dispetto a chi ama il cinema, che uno dei film più belli mai girati si possa vedere solo doppiato e non con le voci vere di Maggie Cheung e Tony Leung. Andreste a un concerto degli Stones sapendo che c'è qualcun altro che canta mentre Mick Jagger sculetta sul palco? Non credo. E allora cercate e guardate «In the Mood for Love» ma nello splendore del cantonese. Lo trovate su Prime, con sette giorni di prova gratuita nella neonata sezione Far East Channel. Voto alla versione originale: 10+. Voto alla versione doppiata: meh.

First Cow
Kelly Reichardt (2019)
Rivediamoli. O vediamoli per la prima volta se vi era scappato quando la solita Mubi l'ha portato in Italia. «First Cow» di Kelly Reichardt è tra le cose migliori messe su pellicola negli ultimi anni, l'ennesimo tassello prezioso di una filmografia che per continuità nella qualità, per messa a punto di una visione totalmente personale, ha pochi termini di paragone. Da «Old Joy» a «Wendy and Lucy», passando per «Meek's Cutoff», «Night Moves», lo strepitoso «Certain Women», che ha lanciato la carriera della futuro premio Oscar Lily Gladstone, recente protagonista di «Killers of the Flower Moon» di Martin Scorsese, fino all'ultimo «Showing Up», presentato a Venezia e liquidato un po' troppo in fretta come opera di passaggio, non c'è un titolo fuori posto. Di cosa parla «First Cow»? Andate su Mubi e scopritelo. Voto: 9.

Luca Canini

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