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LA NOVITÀ

Cronenberg con Rachel Weisz nell’incubo di «Dead Ringers»

Su Amazon Prime i sei episodi del remake di «Inseparabili», classico del regista canadese uscito nel 1988. Due gemelle ginecologhe nella New York delle cliniche private e delle mamme milionarie: sangue e follia quasi horror in un delirio a occhi aperti che culmina in un finale scioccante
Rachel Weisz, protagonista nel doppio ruolo di Elliot e Beverly del remake di «Dead Ringers» di Cronenberg
Rachel Weisz, protagonista nel doppio ruolo di Elliot e Beverly del remake di «Dead Ringers» di Cronenberg
Rachel Weisz, protagonista nel doppio ruolo di Elliot e Beverly del remake di «Dead Ringers» di Cronenberg
Rachel Weisz, protagonista nel doppio ruolo di Elliot e Beverly del remake di «Dead Ringers» di Cronenberg

Se siete di quelli che a fine giornata non c’è niente di meglio di una serie per non pensare a niente, che l’angoscia e lo stress del quotidiano vanno spinti fuori dall’uscio di casa spegnendo il cervello e rifugiandosi nella rassicurante bambagia dello streaming compulsivo, che c’è già abbastanza da penare in famiglia e sul lavoro per poi infliggersi il supplizio di cose poco amichevoli o che mettono a disagio, cambiate subito canale: «Dead Ringers» non fa per voi. Chiudete il giornale, mettete l’acqua per la tisana alla malva sul fornello e ci vediamo la prossima settimana. Senza rancore, eh: amici come prima.

Bene, adesso che siamo tra di noi che ogni tanto ci divertiamo a farci del male, andiamo dritti al punto: il remake in sei episodi dell’omonimo film di David Cronenberg - anno 1988, protagonista Jeremy Irons - è quanto di più scomodo e deviato possa capitare di vedere sul piccolo schermo. L’adattamento è firmato - splendidamente, diciamolo subito - dalla scrittrice Alice Birch, che ha rimesso radicalmente in discussione il lavoro che il regista canadese fece a suo tempo con Norman Snider per elaborare la sua versione del romanzo «Twins» di Jack Geasland e Bari Wood. Ispirato a un fatto di cronaca del 1975: i cadaveri di due gemelli, entrambi ginecologi, trovati in un appartamento di Manhattan in avanzato stato di decomposizione, tra cumuli di spazzatura, escrementi e flaconcini di barbiturici. Una storia decisamente alla Cronenberg, che non a caso dopo il delirio di «The Fly» («La mosca») decise di buttarsi a capofitto nella follia omozigote di «Dead Ringers» («Inseparabili»).

Trent’anni e passa dopo tocca a una mai meno che fantastica Rachel Weisz sdoppiarsi nei ruoli di Elliot e Beverly Mantle, nella mini serie prodotta da Amazon Prime e ripensata totalmente al femminile rispetto al modello originale. Un cambio di genere e di prospettiva che spalanca le porte della sceneggiatura a uno sconfinato universo di nuove possibilità. Anche se il punto di partenza è lo stesso: due gemelle ginecologhe nella New York delle mammine ricche e delle cliniche a misura di reddito a tanti zeri; geniali, spregiudicate, infaticabili, legate inseparabilmente da un rapporto che va ben oltre la sorellanza. Più introversa e riflessiva Beverly, decisamente scapestrata e amorale Elliot, il primo episodio ce le presenta come meglio non si potrebbe, in un crescendo sanguinolento di parti naturali e cesarei, di travagli dolorosi e genitrici urlanti, di padri angosciati e copiose emorragie. Vietato ai deboli di stomaco, con momenti quasi splatter e un tono generale da horror mancato.

Un modo per fissare subito il perimetro della narrazione e per iniziare a seguire i passi svelti delle Mantle, impegnate nel progetto di aprire una struttura privata nel cuore di New York grazie al sostegno finanziario di un’eccentrica magnate (Jennifer Ehle). Ma il plot è solo una scusa: «Dead Ringers» si svolge soprattutto nella testa di Elliot e Beverly, messe alla prova nella loro indissolubile osmosi dalla storia d’amore di quest’ultima con una giovane paziente e dalla successiva gravidanza da fecondazione assistita. Il risultato è un incubo a occhi aperti che siamo costretti a vivere senza capire bene cosa stia davvero succedendo e cosa invece sia solo il riflesso interiore di gelosie patologiche e morbosità distruttive (e autodistruttive). Elliot tra un maschio e l’altro esagera con l’alcol e con le droghe (rispetto a Cronenberg il ruolo degli stupefacenti è comunque molto marginale); Beverly, mentre il pancione lievita, sembra sprofondare in uno stato di allucinata e irreversibile prostrazione. Fino al più scioccante dei finali, che chiude il cerchio di una serie che è anche una riflessione impietosa sul corpo della donna nell’era del tutto è possibile. Disturbante. Ma potentissimo.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Canini

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